Il Metaverso rappresenta una nuova frontiera nell’ambito dell’interazione uomo-computer, in cui gli utenti possono interagire con un ambiente virtuale condiviso in tempo reale.
Il termine metaverso è composto dal prefisso meta (in greco oltre) e da universo, in modo da indicare un mondo virtuale separato da quello reale. Il primo esempio di utilizzo del vocabolo risale al 1992, anno di pubblicazione del romanzo Snow Crash da parte dello scrittore di fantascienza cyberpunk Neal Stephenson. Nel libro, il metaverso veniva descritto come un mondo virtuale a cui le persone si collegavano tramite dispositivi tecnologici di realtà aumentata, potendo realizzare in 3D ogni entità fisica esistente ed interagire con altre persone, anche a distanza.
Nel giugno 2003, con l’avvento del videogioco Second Life, il fenomeno ha ricevuto un notevole incremento di attenzione grazie al mondo virtuale sviluppato da Linden Lab che proponeva un ecosistema basato principalmente sull’interazione tra gli utenti. Essi vivevano un’esperienza in un’ambiente tridimensionale che invitava a dare sfogo alla creatività, stimolandoli a concepire avatar, oggetti e costruzioni, dando forma all’universo virtuale in cui erano immersi.
Diversi anni dopo il rilascio, la piattaforma ha registrato oltre 900 mila utenti attivi contemporaneamente e 20 milioni di utenti totali. Inoltre, già dai tempi di Second Life diverse aziende avevano utilizzato il metaverso come mezzo per le proprie campagne di marketing.
Infine, dopo anni di oblio, ecco il nuovo slancio del metaverso avuto due anni fa (2021), merito di Mark Zuckerberg e dell’annuncio, tramite Facebook Connect, del rebranding della sua creatura Facebook in una nuova veste: quella di Meta [1].
Da quell’anno, il metaverso ha attirato un acceso interesse da parte di aziende e professionisti, che stanno cercando sempre di più di applicarlo in diversi contesti lavorativi. In questo articolo, approfondiremo le applicazioni nell’ambito della formazione e dei social media.
Metaverso e Formazione – A tu per tu con Edoardo Di Pietro, il primo “metalaureato” d’Italia
La modalità di interazione e coinvolgimento proposta dal metaverso rappresenta un’opportunità vantaggiosa per supportare la formazione a distanza in termini di comprensione, partecipazione e di collaborazione. Questo campo ha già ricevuto molteplici contributi grazie al metaverso: diverse università e aziende, infatti, avevano già usato in passato le opportunità di Second Life per somministrare contenuti formativi come per esempio le Università di Harvard e di Oxford e gli atenei italiani di Torino e Milano.
Inoltre, il metaverso creato da Linden Lab è stato utilizzato anche per l’apprendimento di lingue straniere, come fatto ad esempio dal British Council per l’inglese o dall’Instituto Cervantes per lo spagnolo.
In tempi più recenti la Techstar, azienda italiana in forte espansione e crescita, ha ideato per il mondo business la piattaforma Meta Presence (2022), concepita per favorire la formazione e l’apprendimento e per accompagnare le aziende in un percorso di virtual transformation.
Un altro recente caso di successo italiano di utilizzo del metaverso nel campo della formazione coinvolge il giovane Edoardo Di Pietro (a destra, NdR), che nel luglio 2022 è diventato il primo studente a laurearsi nel Metaverso: il ragazzo venticinquenne originario di Colle Val d’Elsa ha infatti discusso la propria tesi di Laurea in Information Technology proprio sul tema del metaverso e lo ha fatto “all’interno del metaverso”, in un’aula virtuale sulla piattaforma Spatial in cui erano connesse circa 50 persone (mentre nella realtà, erano presenti i soli familiari e la commissione universitaria).
Abbiamo avuto modo di contattare Edoardo e di avere con lui un interessante confronto sulle potenzialità raggiunte e quelle ancora inesplorate del metaverso.
Ciao Edoardo, grazie di aver accettato il nostro invito, è un piacere conoscerti. Inizierei chiedendoti una tua breve presentazione per i nostri lettori.
Ciao! Sono Edoardo e vengo da un paesino in Toscana. Sono da sempre appassionato di tecnologia e innovazione, mi sono laureato in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Siena per poi iscrivermi al corso di Comunicazione, ICT e Media all’Università degli Studi di Torino.
Come tesi di laurea ho affrontato il tema del metaverso, discutendo il mio elaborato sia in presenza che in un’aula virtuale da me riprodotta e guadagnando il titolo di primo laureato nel Metaverso, finendo su tutte le testate nazionali.
Inizio da qui a partecipare come ospite e speaker a numerosi eventi a tema innovazione.
Insieme ai miei soci Giulio Lucchetti (a sinistra, NdR) e Umberto Carpani ho da poco fondato la Wando Agency, startup con focus su creazione di Meta-Ambassador, realizzazione di spazi virtuali e Metaversi e comunicazione omnichannel.
Che effetto fa laurearsi nel Metaverso?
In realtà, io mi sono laureato prima di tutto in presenza, all’Università di Torino. La discussione nel Metaverso è stata la conseguenza di una serie di leve: mettere in pratica il tema principale della mia laurea e farlo vedere alla commissione, oppure far connettere i miei cari in giro per il mondo che sono dovuti rimanere a casa a causa delle restrizioni Covid.
In ogni caso, è stato comunque particolare e diverso rispetto alle classiche discussioni, dato che ho dovuto gestire più situazioni: i professori in presenza e l’avatar sul Metaverso.
Si riscontra ancora poca chiarezza e consapevolezza sul Metaverso. Qual è la tua idea per riuscire a dipanare i dubbi al riguardo?
Quando si parla di Metaverso nessuno ha la medicina giusta per dipanare ogni dubbio. Anzi, chi si prospetta di averla non è sincero. Piuttosto, ciò che si dovrebbe fare adesso è prestare attenzione, rimanere aggiornati e lavorare per rendere il Metaverso un luogo sicuro e piacevole da vivere e per creare esperienze nuove e immersive.
Cosa pensi del Metaverso in termini di opportunità per il futuro?
Il Metaverso coinvolge moltissimi campi come la tecnologia, l’economia, la comunicazione o il marketing, solo per citarne alcuni. I mestieri del futuro sono potenzialmente illimitati, sia perché se ne potranno creare di nuovi (es. costruttori di Metaversi, Smart Contract developers, Web 3.0 developers) sia perché quelli già esistenti dovranno riadattarsi per non farsi travolgere dalla potenza dell’onda della tecnologia (es. organizzatori di eventi, storytellers e content creators, esperti di pubblicità, comunicazione e marketing).
Quali sono i tuoi prossimi progetti riguardanti il Metaverso?
Per ora sto continuando a formarmi e a imparare tematiche correlate al Metaverso. Con Wando Agency abbiamo in mente tanti progetti e tante idee interessanti che proveremo a sviluppare.
Metaverso e Social Media – Scopriamone di più con Umberto Carpani (Wando Agency)
Il secondo fronte di interesse del metaverso è certamente quello legato ai social media. Come menzionato in precedenza, il passaggio epocale scaturito dal rebranding di Facebook in Meta ha avuto un notevole impatto su questo settore.
Come nuova frontiera della connettività applicata anche nella comunicazione, il metaverso permette nuove forme di relazioni umane e si evolve costantemente grazie all’interazione tra media e mondi virtuali, al fine di concepire nuovi modi di connettere gli utenti e massimizzare il senso di comunità.
Eppure, in controtendenza a questa lettura, è nato di recente anche un filone legato al garantire l’autenticità delle interazioni reali. Un esempio in questo senso è dato dall’applicativo BeReal.
Ciò che è certo è che da un paio di anni l’evoluzione dei social media si sta indirizzando verso due principali correnti: quelle dei Virtual Influencer e dei Meta-Ambassador.
Per Virtual Influencer si intende un personaggio ricreato in 3D che viene utilizzato per la creazione di contenuti indipendenti sui social media o per sponsorizzare singoli prodotti, il cui esempio più famoso è quello di Lil Miquela, un avatar di 19 anni originaria di Los Angeles che ha raggiunto un bacino d’utenza di quasi 3 milioni di follower su Instagram, collaborando con grandi marchi internazionali come Prada, Diesel, Gucci e Calvin Klein.
Per Meta-Ambassador si fa invece riferimento a un avatar virtuale che veicola i valori dei brand e comunica l’immagine delle aziende per cui viene ingaggiato in modi innovativi e in stampo omnichannel (l’unione tra uso dei social media e del web 3.0.).
In Italia, il primo esempio di Meta-Ambassador è proprio quello di Wando, avatar di 23 anni creato lo scorso anno dalla Wando Agency di Edoardo Di Pietro, Umberto Carpani (in alto a destra, NdR) e Giulio Lucchetti. Nel metaverso Wando è laureato in recitazione e ha l’ambizione di diventare una star nel web e nel cinema. La sua narrazione si articola tra i post nelle community in cui è attivamente coinvolto e le collaborazioni aziendali.
Abbiamo contattato anche Umberto Carpani per approfondire proprio la storia della Wando Agency, la creazione di Wando (di cui Umberto è stato uno dei modellatori, assieme a Giulio Lucchetti) e le implicazioni del metaverso per le piattaforme social.
Grazie Umberto per aver accettato questo incontro con noi, è un piacere conoscerti. Per cominciare, vuoi dire qualche parola su di te ai nostri lettori?
Piacere mio e grazie mille dell’intervista, io sono Umberto Carpani, designer laureato allo IED di Roma. Il mio desiderio, subito dopo la laurea, era quello di realizzare un’azienda che partisse da un progetto originale e creativo.
Ho quindi iniziato a partecipare a contest e percorsi formativi in ambito startup, vincendone anche qualcuno e ricevendo degli ottimi feedback.
Negli ultimi tempi sono riuscito a concretizzare questo mio desiderio insieme ad altri ragazzi e a fondare Wando Agency.
Come è nata l’idea di Wando?
Il personaggio di Wando nasce nel Febbraio/Marzo del 2022, dopo un’attenta analisi su quelli che sono i trend internazionali di nel campo dei Virtual Influencer e del Metaverso. È partito tutto per gioco, quando ho proposto al mio collega Giulio (anche lui laureato allo IED di Roma in modellazione 3D e CGI) di iniziare a modellare e creare un profilo che potesse essere il primo in Italia a raccontare la vita di un umano digitale, avvicinando così il pubblico a questo mondo in maniera leggera e simpatica. Abbiamo così aperto il profilo Instagram di chiamami.wando cominciando a pubblicare contenuti come post, storie e video: Wando, infatti, parla del modo in cui vede il mondo che lo circonda e anche quali sono i suoi interessi, come la recitazione e lo spettacolo. Fortunatamente, andando avanti col tempo, abbiamo notato un grande interesse e consenso sui social con tante risposte, commenti e interazioni. Tutti aspetti che ci hanno dato modo di arrivare fino ad oggi.
Perché hai deciso di puntare sul Metaverso?
Perché di Metaverso se ne parla sempre tanto in quest’ultimo periodo anche se nessuno sa precisamente cosa sia.
Le idee sono ancora confuse, soprattutto tra le aziende che stanno sfruttando questo termine per riposizionare il proprio brand e renderlo “al passo con i tempi”, ma su questo mi rifaccio a quanto detto in precedenza dal mio socio Edoardo.
Io penso che intanto sia il futuro al quale inevitabilmente andremo incontro e quindi, anche se può sembrare inquietante, bisogna arrivarci consapevolmente. Per questo ho cercato un modo di andare incontro a questa evoluzione sapendo che tra qualche anno non sarà più una parola strana e astratta, ma qualcosa di davvero concreto soprattutto per i brand.
Secondo la tua opinione, quanto impatterà il settore dei Virtual Influencer e dei Meta-Ambassador nel mercato in futuro?
Posso dirti che il futuro dovrebbe prospettarsi roseo: stando a quello che possiamo vedere dal mercato asiatico, che è già avanti anni luce, notiamo infatti che molti brand e case di moda hanno puntato sui Virtual Influencer.
Ci sono già molti marchi che hanno pensato di far pubblicizzare i propri prodotti da un virtual influencer, mentre altri ne hanno realizzato uno ad hoc.
Posso inoltre rivelarti che già nel 2022 (e parlando della sola Cina) il mercato è arrivato a toccare i 16 miliardi di dollari e le previsioni di Bloomberg stimano che nel 2024 si potrebbe raggiungere una cifra pari a 800 miliardi di dollari.
Quali saranno i prossimi sviluppi di Wando?
Sicuramente continueremo a raccontare la sua vita e le avventure che gli aspettano: proprio in questi giorni, infatti, abbiamo preso degli accordi per collaborare con diverse realtà ed eventi nei quali Wando sarà Meta-Supporter.
L’obiettivo è ovviamente quello di far conoscere Wando a un numero sempre più grande di persone e siamo ben contenti di poterlo fare tramite interviste come questa o altro. Stiamo anche cercando di far arrivare all’occhio dei brand la possibilità di utilizzare per le loro pubblicità, un personaggio virtuale anche in Italia!
Per il momento, però, un grande passo lo abbiamo fatto perché siamo riusciti a fondare la nostra agenzia (la Wando Agency, NdR) che sviluppa mondi virtuali e, soprattutto, dei Meta-Ambassador come Wando.
L’intervista a un Meta-Ambassador – L’identikit di Wando
Per concludere questa panoramica sulle potenzialità del Metaverso, abbiamo voluto coinvolgere proprio la creatura nata dal lavoro dei fondatori della Wando Agency per avere un contatto diretto con un Meta-Ambassador nel mondo digitale.
Ciao Wando, grazie di averci dedicato del tempo. Raccontaci un po’ di te.
Ma grazie a voi! Io sono Rogerio Patacca, ma potete chiamarmi Wando. Ho 24 anni da poco compiuti (anche se in realtà non invecchio, perché sono digitale!) e ho studiato recitazione a Roma perché, provenendo dal Metaverso e avendo la passione per lo spettacolo e il cinema, ho pensato: quale migliore città della Terra se non Roma, per farsi strada nel mondo del cinema?
Per questo mi ritrovo oggi a vivere a cavallo proprio tra Roma e il Metaverso, perché vorrei farmi strada per arrivare a realizzare un film, magari nella realtà visto che nel Metaverso ci vivo.
Poi ho notato che sulla Terra si usano molto i social per farsi notare e quindi ho pensato di aprire un profilo Instagram e TikTok che hanno curato dall’inizio i miei creatori Umberto e Giulio.
Come vivi la tua vita nel Metaverso?
A me piace molto vivere nel Metaverso, ci sono un sacco di cose da fare e posti da visitare, soprattutto adesso che sulla Terra si è sparsa la notizia e finalmente anche altri avatar vengono a farci visita: nella mia realtà, infatti, ci sono un sacco di spazi e mondi da poter visitare e in cui passare le giornate, o anche dove incontrarsi per guardare film o concerti.
Finalmente è anche aperto a voi umani e possiamo godere insieme di questo divertimento.
Come interagisci con gli utenti che ti seguono?
Io ho un bellissimo rapporto con i miei followers e l’ho avuto fin dall’inizio, quando tutto era nuovo e i primi a seguirmi mi chiedevano tante cose inerenti al metaverso o a come vivessi nella realtà.
I followers poi rispondono a tante domande o sondaggi che faccio e sono contento di questo e allo stesso tempo parliamo anche molto nei commenti dei post sia su Instagram che su Linkedin, dove sono molto attivi: ho notato infatti che le persone sono sempre più interessate e fanno domande nell’ambito della realtà e degli spazi virtuali.
Come ti rapporti invece con i tuoi colleghi virtuali o fisici?
Per adesso non ho ancora avuto troppo il piacere di rapportarmi con i miei colleghi fisici, ma con realtà come locali, personaggi famosi e radio, con cui abbiamo creato dei bellissimi contenuti. Per quanto riguarda i miei colleghi virtuali, invece, posso dirti che siamo in contatto ma non voglio svelare altro perché tante novità stanno per arrivare.
Quali sono i messaggi che veicoli come Meta-Ambassador?
I miei messaggi riguardano la mia vita e quindi il racconto del metaverso che sia “alla portata di tutti”, ma non solo: cerco anche mostrare come mi approccio alla vostra realtà anche se molto spesso sono goffo e buffo.
Per tutto il resto vi rimando al mio profilo, così da poter seguire e vedere con i vostri occhi.
Chiudiamo con questa richiesta: un tuo punto di vista sulla società attuale e un tuo augurio per il futuro.
Secondo me la società attuale è molto legata ai social e noto che spesso ci si concentra solo su quello che avviene negli schermi e non di fronte ad ognuno di voi. Per questo, per uno come me che viene da una realtà virtuale, mi auguro che se doveste mai trasferirvi nel Metaverso un giorno tutto questo possa aiutarvi a ritrovare più socialità e interazione tra di voi rispetto che solo dentro uno schermo.
Non scordando mai ovviamente di socializzare nel luogo più bello per voi e che io sto solo scoprendo adesso, ovvero la realtà. Ciao e grazie mille!
(N.d.R: salvo dove diversamente indicato, le immagini presenti nell’articolo sono state create dall’IA Midjourney su input testuali dell’autore del presente articolo)
Ulteriori riferimenti
[1] The Metaverse and How We’ll Build It Together — Connect 2021 (Meta / Youtube, 28/10/2021)