“Sapete, non ero così sicuro che un giorno sarei tornato. La Disney ha comprato la 20th Century Fox, c’è stato un piccolo problema per l’acquisizione dei diritti…ma alla fine si è scoperto che volevano me!”
Sono queste le parole pronunciate da Deadpool nella sequenza d’apertura di Deadpool & Wolverine, terzo atto della saga che rilancia i due rinomati mutanti nell’universo Marvel.
Forte di un sostegno quasi unanime da parte dell’opinione pubblica, sin dalla prima settimana di programmazione nelle sale la nuova pellicola è riuscita a monopolizzare l’intero mercato cinematografico globale grazie a un esordio da record al botteghino con oltre 438 milioni di dollari di incassi, in netta controtendenza con gli ultimi disastri commerciali targati Marvel Studios.
Dopo i precedenti successi dei due film di Deadpool e forte del mio interesse per le avventure di Wade Wilson (sintetizzate in una personale “Guida per cinefili incalliti…e non” a tema), ho sperato che questo nuovo capitolo fosse all’altezza dei predecessori.
Lo ha fatto, ma “in parte”: devo dire infatti che questo film mi ha lasciato soddisfatto, ma credo altrettanto che si debba chiarire da subito che non è la soluzione a tutti i mali che avvolgono da tempo il cinema dei supereroi.
La trama
Dopo aver sconfitto lo spietato Ajax nel primo film e aver fatto fronte comune con il cyborg Cable nel seguito del 2018, Wade Wilson (Ryan Reynolds) torna con una storia ambientata sei anni dopo gli eventi di Deadpool 2 in cui l’ex-supereroe ha appeso il costume al chiodo per dedicarsi alla vendita di auto.
Tutto sembra andare in malora nella vita del protagonista, dalla crisi di mezza età alla separazione dalla compagna Vanessa (Morena Baccarin), finché non viene reclutato e convinto a tornare da Mr. Paradox (Matthew Macfadyen), misterioso funzionario della Time Variance Authority, un’organizzazione votata a preservare l’integrità di tutte le linee temporali.
Ma con la scoperta delle reali mire di Mr. Paradox, Wade è costretto ad allearsi con una variante di Wolverine (Hugh Jackman) in una fuga rocambolesca tra i meandri più disparati del Multiverso, mentre vengono braccati da una telepate psicopatica di nome Cassandra Nova (Emma Corrin).
I punti di forza : i protagonisti
Se il primo Deadpool si focalizzava sulle origini del logorroico mercenario e il secondo sul rapporto complicato tra il protagonista e i suoi affetti, il terzo pone la sfida più ardua per un eroe: la ricerca del proprio posto nel mondo.
Sebbene i giorni di gloria siano ormai un ricordo, Wade è comunque determinato nel provare alla donna che ama di potersi reinventare, e quale occasione migliore di ricominciare da zero come il “Gesù della Marvel”?
Grazie alla combinazione vincente tra la scrittura e la performance di Ryan Reynolds, Deadpool si riconferma un personaggio ricco di sfaccettature che non si limita a divertire lo spettatore attraverso la costante rottura della quarta parete e dell’irriverente black humor.
Applausi anche per Hugh Jackman: a distanza di anni dalla saga sugli X-Men targata 20th Century Fox, l’attore australiano porta in scena un Wolverine molto più carismatico e fedele alla controparte cartacea rispetto alle precedenti.
Tormentato dagli errori del passato, Logan ha tagliato i ponti con il mondo dandosi all’alcol, ma nel momento in cui Wade chiede il suo aiuto ottiene finalmente una chance per redimersi e diventare l’eroe di cui il mondo ha sempre avuto bisogno.
È proprio nella dinamica tra i due eroi (e i rispettivi interpreti) che risiede il vero asso nella manica di Deadpool & Wolverine, ovvero la capacità di coinvolgere lo spettatore per tutta la durata della pellicola sia nei siparietti comici che nelle fasi più concitate e drammatiche del film.
Apprezzati anche Mr. Paradox e i comprimari di Deadpool – in particolare Peter e Al l’Orba (Rob Delaney e Leslie Uggams) – capaci in più occasioni di far scaturire grandi risate tra gli spettatori in sala. A brillare meno, invece, è il personaggio di Cassandra Nova, un’antagonista resa temibile solo per merito dell’interpretazione di Emma Corrin.
Menzioni d’onore, infine, per alcune guest star provenienti dalle precedenti pellicole del MCU e dell’allora Fox che rubano la scena in sequenze davvero entusiasmanti. Quali? Godetevi il film per capirlo!
Esplosioni e metacinema sulle note di Madonna
Un altro punto a favore della pellicola riguarda il comparto tecnico: “Deadpool & Wolverine” è senza alcuna ombra di dubbio il capitolo più audace della saga in termini di spettacolarità, merito della regia di Shawn Levy che – al contrario delle ultime produzioni Marvel – ha voluto privilegiare effetti pratici e ambientazioni reali a discapito della computer grafica.
Inoltre, non si può parlare di un film su Deadpool senza un po’ di “sana violenza”, quindi ecco che la pellicola garantisce la giusta dose d’azione truculenta (senza esclusione di arti mozzati)!
Non mancano poi gli stilemi che hanno contraddistinto la saga rispetto agli altri progetti supereroistici: ironia dissacrante, riferimenti porno e metacinematografici e l’immancabile rottura della quarta parete.
Promossa infine a pieni voti la colonna sonora curata da Rob Simonsen, con un ampio assortimento di musiche originali e brani iconici.
Un viaggio nel tempo dagli anni ’80 e l’inizio del nuovo millennio, da The Power of Love degli Huey Lewis and the News a Like a Prayer di Madonna, senza dimenticare Bye Bye Bye, il tormentone degli ‘NSYNC che accompagna i titoli di testa del lungometraggio.
Il problema: “un Multiverso di…buchi di trama!”
Al netto di quanto detto finora, rimane però una domanda da porsi dopo aver seguito questo film: “Deadpool & Wolverine” è il miglior film della saga? Personalmente, dico di no per una serie di motivi.
Nonostante non possa negare di essermi divertito molto, riconosco che l’umorismo proposto dalla pellicola non risulta essere sempre bilanciato: se da una parte un pubblico di appassionati potrebbe essere in grado di cogliere tutti i riferimenti con il mondo Marvel, dall’altra un neofita potrebbe avere più difficoltà a comprendere determinati dialoghi, che richiedono una conoscenza pregressa del contesto supereroistico moderno.
Inoltre, sul giudizio pesano le numerose incongruenze narrative presenti nel film rispetto tanto alla saga degli X-Men quanto alla continuità del MCU e di Logan (2017), oltre al quantitativo massiccio (al limite del ridondante) di battute sul binomio Disney/Marvel.
Le mie considerazioni finali
Pur non essendo un cinecomic perfettamente riuscito, Deadpool & Wolverine centra comunque il proprio obiettivo di introdurre Wade Wilson nel Multiverso Marvel senza privarlo dei tratti che lo hanno reso iconico nei fumetti e successivamente nelle trasposizioni cinematografiche.
Così come Spider-Man: No Way Home aveva reso omaggio alla cinematografia dell’Uomo Ragno, questo buddy movie rende giustizia ai mutanti della defunta 20th Century Fox grazie a una storia ricca d’intrattenimento e a due protagonisti affiatati.
Non è il film destinato a salvare l’Universo Cinematografico Marvel dal declino, ma è certamente quello di cui il pubblico aveva bisogno per riaffezionarsi a un franchise che, a detta di chi scrive, può riserbare ancora molte sorprese.
Cinque motivi per considerarlo…Promosso
– Deadpool e Wolverine, la coppia che scoppia!
– Nel complesso, i comprimari sono ben caratterizzati
– Effetti visivi e coreografie vengono ben bilanciati dalla regia di Levy
– La pellicola mantiene lo stile inconfondibile di Deadpool
– La colonna sonora eleva i momenti più emozionanti del film