Eventi, Intrattenimento

Il nuovo lavoro di Zerocalcare alla “Città dell’Altra Economia”

Zerocalcare al Lucca Comics and Games 2012.
Fonte immagine: Niccolò Caranti / Wikimedia Commons (CC BY-SA 3.0)

A due anni di distanza dall’uscita della serie “Strappare lungo i bordi, si rinnova il sodalizio tra Netflix e il celebre fumettista romano Zerocalcare con l’arrivo di “Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo, il suo nuovo lavoro d’animazione presentato ufficialmente lo scorso 8 giugno in un evento organizzato alla Città dell’Altra Economia, nel quartiere romano di Testaccio.
L’iniziativa ha visto una nutrita partecipazione da parte di spettatori e appassionati, che si sono riversati in massa per assistere alla proiezione dei primi due episodi della nuova serie e per visitare un’area divertimento interamente dedicata all’autore.

Da giovane lettore delle opere cartacee firmate da Michele Rech (nome anagrafico dell’artista, a sinistra NdA), ho voluto seguire l’evento in prima persona fiducioso che anche questa nuova serie animata potesse riuscire a soddisfare le grandi aspettative da me riposte.


Zerocalcare “on stage” per la presentazione di “Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo”

Poco prima della proiezione dei primi episodi della serie, il pubblico si è ritrovato a sorpresa ad osservare l’ingresso sul palco dello stesso Zerocalcare, accompagnato dal co-fondatore di BAO Publishing (nonchè direttore creativo della stessa) Michele Foschini, da Ilaria Castiglioni (che per Netflix è manager delle sue serie originali italiane) e dai produttori Davide Rosio e Giorgio Scorza.
Nel salutare il pubblico presente nonostante i suoi tentativi di dissuasione”, come ha ironicamente dichiarato Zerocalcare, l’autore ha voluto rendere omaggio alla squadra di animatori che nell’ultimo biennio ha lavorato senza sosta per la realizzazione della serie:

“Vorrei associarmi ai ringraziamenti collettivi, questo posto sembra un raduno politico di Kim Il Sung ma con la mia faccia dappertutto.
Questo è un progetto a cui hanno partecipato circa trecento persone che hanno svolto un lavoro gigantesco, non solo da un punto di vista tecnico, ma anche in termini di idee e arricchimento.”

Tutto quello che potreste apprezzare della serie come la componente tecnica ha concluso Zerocalcare è merito di queste persone, invece quello che potreste odiare è imputabile a me”.

La serata alla Citta dell’Altra Economia, conclusasi con un grande successo sia per gli organizzatori che per lo stesso pubblico, mi ha permesso di prepararmi alla “maratona” che ho cominciato il giorno seguente, quando la serie tv di Zerocalcare è stata resa disponibile nel catalogo di Netflix.
È con enorme trasporto e coinvolgimento che ho proseguito la visione degli altri quattro episodi della serie, un’appassionante sessione di “binge-watching” con cui ho completato la visione di “Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo”. Il mio giudizio complessivo sulla serie? Non vi anticipo nulla, scopriamolo assieme!


Cronache sociali da Rebibbia – La trama della serie

La serie riprende il racconto concluso con “Strappare lungo i bordi” e fa ritorno nel quartiere romano di Rebibbia, dove Zero (l’alter ego del fumettista) si trova alle prese con il ritorno di un suo vecchio amico, Cesare, che con enorme fatica cerca di reinserirsi nel luogo in cui è cresciuto e che non riesce più a riconoscere, dopo aver trascorso diversi anni in riabilitazione.

Nel momento in cui il trasferimento di alcuni migranti nel centro di accoglienza della zona apre una faida tra i due amici, Zero dovrà confrontarsi con la propria coscienza impersonificata dall’Amico Armadillo (nuovamente doppiato da Valerio Mastandrea) e impedire, assieme ai suoi compagni di vita Sarah e Secco, che l’amico venga completamente consumato da quell’oscurità che ha ormai avvelenato il loro mondo.


Dai bordi strappati ai mondi cattivi

La nuova serie televisiva diretta da Michele Rech trova una resa più che soddisfacente sia a livello di regia che a livello di scrittura della sua sceneggiatura grazie al contributo offerto dagli animatori di DogHead Animation. Attraverso l’uso (ben gestito) della computer grafica, la storia di “Questo mondo non mi renderà cattivo” viene sostenuta nel suo insieme dal comparto tecnico e lo spettatore si ritrova con un prodotto finale che accentua l’impatto, sul piano emotivo, delle vicende narrate sullo schermo.
Il pilastro portante dell’intera storia si rivela essere nuovamente Zerocalcare, una figura divisa in più sfaccettature e colma di contraddizioni in grado di coinvolgere lo spettatore nei suoi dilemmi morali tramite la meta-narrazione: come avviene in modo ricorrente nei suoi fumetti, la storia portata in scena da Zerocalcare presenta delle atmosfere mature che, in questo caso, si allontanano dall’approccio intimo utilizzato nella precedente serie Netflix del 2021 e le cui radici affondano nel vissuto e nel pensiero del fumettista.

Le ragioni dietro a questo cambiamento nei toni le possiamo probabilmente attribuire alla volontà di Zerocalcare di concentrarsi su alcuni importanti temi che negli ultimi anni hanno colpito tanto la politica quanto la stessa società italiana, come per esempio le problematiche legate al razzismo e il fenomeno migratorio in Italia e l’integrazione nel Paese. Ciononostante, la serie televisiva riesce comunque a bilanciare l’impatto di questi temi con il classico umorismo dell’autore, a metà tra il sarcasmo e la satira dissacrante, che fin dai suoi esordi ne ha contraddistinto la produzione editoriale.

Presentazione della serie “Questo mondo non mi renderà cattivo” alla Città dell’Altra Economia. Presenti Zerocalcare, Michele Foschini, Ilaria Castiglione, Davide Rosio e Giorgio Scorza.

“S’annamo a pijà er gelato?” – Come superare brillantemente le critiche per l’uso del romanesco

Un elemento che potrebbe far storcere il naso agli spettatori – e anche in questo caso si parla di un “ritorno” – riguarda il doppiaggio dei personaggi della serie realizzato da Zerocalcare, il cui dialetto romanesco molto marcato e la scarsa abilità nella dizione sono stati al centro di numerose polemiche già dai tempi di Strappare lungo i bordi (citate peraltro durante alcune scene).
Eppure il “caso” nato attorno a questa scelta, come nel caso del “capitolo” precedente, non si tramuta in un dramma nel momento in cui lo si interpreta e contestualizza per quello che è, ovvero uno stilema volto a conferire un alone di realismo alla serie (bisogna pur sempre ricordare che si sta parlando di una storia ambientata a Rebibbia) e a rendere ancora più esplicito il fine ultimo del racconto: il coinvolgimento dello spettatore nei dilemmi morali che assediano la mente dell’autore.

Applausi per il ritorno di Valerio Mastandrea, che nel prestare nuovamente la propria voce e nell’immedesimarsi nei panni dell’Amico Armadillo ha elevato la storia con delle tinte di spensieratezza, complice anche la tendenza del suo personaggio a elaborare delle perle di saggezza che spesso e volentieri scadono in un umorismo alquanto verace ma con un chiaro intento satirico.

Nota a margine per la colonna sonora, che alterna canzoni iconiche come Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri e brani più recenti quali Questo mondo non mi renderà cattivo di Path (che ha ispirato il nome della serie televisiva) o Sei un paese meraviglioso, la sigla degli episodi firmata dal cantautore ed ex-chitarrista del gruppo Il Muro del Canto, Giancane.


Le mie considerazioni finali

Se “Strappare lungo i bordi” aveva rappresentato per Netflix “un primo esperimento” per testare l’impatto dello stile di Michele Rech nel pubblico nazionale e non (la serie ha valicato i confini italiani ed è stata distribuita anche all’estero, con annesso doppiaggio in lingua), con “Questo mondo non mi renderà cattivo” la piattaforma ha voluto premere forte sull’acceleratore concedendo libero sfogo alla creatività dell’artista. Il risultato finale offre al pubblico un lavoro perfettamente riuscito che unisce la scrittura brillante e l’umorismo dissacrante di Zerocalcare con un comparto tecnico decisamente all’avanguardia, risultando fruibile sia per gli appassionati del genere e dei lavori del fumettista che agli spettatori occasionali.

Il nostro inviato Ruggero Carlo Giannini

Cinque motivi per considerarlo…Promosso

– Il comparto tecnico è ben curato

– La serie presenta un alternarsi continuo – seppur bilanciato – di sequenze comiche e momenti di malinconia

– L’alter ego di Zerocalcare rimane il pilastro su cui poggia l’intera serie

– Grazie al doppiaggio di Valerio Mastandrea, l’Armadillo si riconferma un personaggio divertente e amabile

– La prospettiva dell’autore in merito alle tematiche di attualità offre diversi spunti di riflessione

Informazioni sull'autore

Nato a Roma nel 2005, è uno studente che frequenta il liceo classico tradizionale.
Noto tra gli amici semplicemente come “Ruggo”, all’età di sedici anni viene attirato dalla realtà del giornalismo e inizia a pubblicare articoli che interessano il settore dell’intrattenimento.

La sua passione per la recitazione e il doppiaggio lo spinge a iscriversi per un provino all’Accademia del Doppiaggio, dove viene selezionato tra i candidati più idonei alla partecipazione di un corso pluriennale.
Il suo sogno nel cassetto? Diventare un doppiatore professionista.

Avido lettore dei fumetti della Marvel e accanito divoratore di serie televisive, nutre un grande amore per il cinema e verso la Settima Arte non esistono confini di alcun tipo: si va dal cinema d’autore e quello indipendente fino ai prodotti più mainstream.

Tra le altre sue passioni, inoltre, adora i videogiochi e il potersi cimentare nei giochi da tavolo e in quelli di ruolo, oltre all’astronomia e – da ultima – la passione per la buona tavola.
Quest’ultima è stata alimentata nel corso degli anni grazie all’approccio alle culture culinarie di diversi paesi (dalla Spagna alla Grecia, passando per la cucina asiatica e quella dell’America Latina, senza dimenticare le prelibatezze regionali del nostro Paese).

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