Un risultato più che soddisfacente per le aspettative dell’Associazione Culturale ReAct360 è stato ottenuto dall’evento dedicato alla filosofia che è organizzato in occasione della seconda giornata dell’EXPO AFRICA 2022.
La conferenza “Mondo Reale vs Mondo Apparente”, che ha rappresentato il primo evento firmato ReAct360 legato all’argomento e il secondo passaggio di un percorso incentrato sullo studio e sull’analisi della filosofia da parte della nostra Associazione, ha infatti visto un’importante partecipazione di pubblico, un dato non scontato all’interno di un contesto di questo tipo: merito indubbio dei contributi offerti dai relatori del dibattito condotto con sapienza da Gianluca Ranucci, il professor Edoardo Angione del Liceo Scientifico Federigo Enriques di Ostia e di Giorgio Pirozzi, che della filosofia ha fatto una propria grande passione.
Al termine dell’evento è stato possibile interagire con l’organizzatore dell’incontro che ha voluto commentare in questo modo le sensazioni raccolte durante il dibattito.

Cosa rimane dopo questo incontro filosofico – Le riflessioni “a freddo” del suo organizzatore
(a cura di Gianluca Ranucci)
Al giorno d’oggi come anche nelle epoche passate, la contrapposizione tra realtà e illusione è al centro del dibattito storico, scientifico e culturale della nostra società.
Queste branche del sapere, descrivendo la rappresentazione del soggetto (o, facendo riferimento al pensiero di Immanuel Kant, il “fenomeno”), determinano per mezzo dell’esperienza cosa sia vero e stabiliscono, in base alla stessa esperienza, cosa sia falso.
Questa distinzione netta è possibile soltanto nelle materie “trascendentali”, ovvero quelle materie che descrivono la percezione sensibile.
La filosofia, invece, trascende il campo dei sensi, in quanto non descrive la sperimentazione del soggetto, ma si pone domande sulla sua origine. Di conseguenza, la filosofia non è illustrativa, ma bensì riflessiva.
La branca della filosofia che studia la conoscenza è detta gnoseologia e, nel corso della storia del pensiero, molti filosofi hanno cercato di assumere una posizione gnoseologica ben definita: secondo Platone, come constatabile per esempio nel “Fedro”, la realtà non era conosciuta dal soggetto per mezzo dell’esperienza sensibile, bensì attraverso la “reminiscenza”, il ricordo progressivo delle idee percepite dall’anima immortale nell’Iperuranio.
Allo stesso modo Cartesio, all’interno del suo “Discorso sul metodo” (1637), riteneva che la conoscenza non derivasse da una percezione esterna, bensì dalla mente e dalla “res cogitans” del soggetto.
Diversi i pareri invece del britannico John Locke, secondo il quale la conoscenza era unicamente empirica e pertanto derivante da una percezione esterna, e del tedesco Max Stirner, precursore dell’anarco-individualismo, secondo cui era il soggetto stesso a creare la realtà al punto da divenire entità coincidente con l’assoluto e, pertanto, anche con il nulla di per sé infinito. Nel caso di Stirner, il soggetto era il «nulla creatore» della realtà circostante.
Tutte le tesi qui riportate rappresentano però esclusivamente delle supposizioni, dal momento che il soggetto, nel corso della propria esistenza, non può far altro che vivere all’interno della sua sperimentazione del mondo, non sapendo in alcun modo se essa corrisponda alla realtà, se quest’ultima sia differente dalla sua rappresentazione o, da ultimo, se questa esista.
Come affermava il filosofo Ludwig Wittgenstein:
“Il soggetto non è parte, ma limite del mondo” (Ludwig Wittgenstein, “Quaderni 1914-1916”)
L’unica posizione assumibile dal soggetto, in ambito gnoseologico, è dunque uno scetticismo assoluto; quest’ultimo, tuttavia, è da applicarsi soltanto in ambito teoretico e non strettamente pratico.
Il soggetto, seppur dubbioso dell’esistenza della realtà, è costretto a vivere all’interno della sua sperimentazione, che questa esista o meno.
In conclusione, pur mantenendo la propria posizione scettica, il soggetto dovrebbe agire come se la realtà circostante esistesse effettivamente, poiché la sua intera esistenza e conoscenza si relaziona a quella rappresentazione specifica.
