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Game Time – L’Antico Egitto ritorna con “Pharaoh – A New Era”

Vi diamo il benvenuto a “Game Time”, una rubrica dedicata a tutte le sfumature del mondo dei videogiochi! Da oggi Emanuele Izzo ci accompagnerà a scoprire tutti i titoli appena pubblicati, dalle nuove uscite ai remake, dai giochi tripla A fino a quelli prodotti da studi indipendenti, per scoprirne i pregi e i difetti, i pro e i contro senza fare sconti a nessuno!
Siete pronti? Il nostro viaggio comincia con un momento che può trovare uniti sia i veterani che i giocatori delle nuove generazioni, perciò mano a tastiera e mouse e “teletrasportiamoci”…nell’Antico Egitto!


Negli ultimi anni molte case produttrici di videogiochi si sono dedicate ai remake di vari giochi delle scorse generazioni.
Gli esempi da poter fare sono vari: prendiamo il caso della saga di Crash Bandicoot, che ha visto il rilancio dei suoi primi tre capitoli in una “remastered edition” con grafica migliorata per le console di nuova generazione; oppure la trilogia di Spyro The Dragon, che è stata modernizzata senza snaturarne però lo stile old game che da sempre lo caratterizza. Si possono menzionare poi anche altri videogiochi come ad esempio, tra i tanti, i rilanci di Super Mario Galaxy, Medievil The Legend of Zelda.

Va detto però che non sono stati soltanto i videogiochi per console a ricevere questo “trattamento di bellezza”: anche il mondo PC ha infatti avuto la fortuna vedere ripubblicati (e rinnovati) vari titoli storici per gli amanti dei videogiochi. Tra questi, c’è Pharaoh, un gestionale isometrico del 1999 realizzato dalla dissolta Impression Games e pubblicato dalla Sierra Entertainment che è tornato in commercio quest’anno con la versione rimasterizzata “Pharaoh: A New Era”.

Fonte immagine: Pharaoh:A New Era/Facebook

Una breve panoramica sulle meccaniche di gioco di Pharaoh

Prima di cominciare, un breve riepilogo sulle meccaniche di questo videogioco di grande successo agli inizi del nuovo millennio, le cui vendite furono tali da ricevere anche una successiva espansione, Cleopatra: Queen of the Nile, sviluppata nel 2000 dalla BreakAway Games e con cui si andava ad ampliare la campagna di gioco fino al periodo ellenistico.

Lo scopo principale nel giocare a Pharaoh è “semplicemente” (sembra facile a dirsi…) quello di amministrare una città egizia, soddisfare i bisogni dei suoi cittadini, produrre materie prime e beni, commerciare con le atre città e difendersi dai possibili attacchi nemici.
La difficoltà di questo gioco è legata sia alle sue varie missioni – i cui obiettivi si fanno sempre più ampi e esigenti all’avanzare della campagna – che alle stesse mappe su cui si vanno a sviluppare le città: in molte missioni intermedie, per esempio, assieme allo sviluppo di un’economia molto forte capace di soddisfare il fabbisogno della città, si richiede la costruzione di quartieri ad hoc all’interno di mappe che, in molti casi, hanno poche materie prime producibili.


Una nuova vita per il Faraone – Il gameplay

Riavvolgendo il nastro ai tempi più recenti, nel 2020 la Triskell Interactive e DotEmu hanno annunciato ufficialmente il remake di questo gioco, concluso con la sua pubblicazione su Steam lo scorso 15 febbraio.
Personalmente, non appena ho saputo della sua pubblicazione, ho fatto in modo di acquistarlo subito, sia perché sono un appassionato del genere e sia perché, conoscendolo già di suo, avevo sensazioni alquanto rassicuranti sul fatto di avere un prodotto valido davanti a me.

Nel momento in cui ho cominciato a giocarci, non ho avuto altro che la conferma di quanto pensavo: Pharaoh – A New Era riesce infatti a mantenere le vibes originali integrando una grafica molto più pulita e, sotto alcuni punti di vista, più intuitiva.

È importante specificare come il gioco, sebbene già pubblicato e uscito da mesi, sia ancora oggetto di ampi update che vanno ad aggiungere nuovi contenuti e ad apportare correzioni.
Un costante aggiornamento che mi porta a dire che il tempo non farà altro che migliorare ulteriormente le prestazioni complessive di questo titolo rimasterizzato.


Le note positive di “Pharaoh – A New Era”

Partiamo quindi col parlare delle note positive di questo gioco, in particolar modo della grafica e dell’interfaccia di gioco: rispetto alla versione del 1999, il gioco si presenta con una UI molto più pulita e funzionale, con tutti gli strumenti necessari a portata di mano e gli artwork ricreati da zero, mantenendo comunque i design originali come riferimento.

A livello di meccaniche, invece, sono stati apportati vari miglioramenti. Un esempio? Le battaglie in gioco: se infatti nella versione originale le invasioni avvenivano in tempo reale all’interno della città, ora sono trattate come un mini-gioco abbastanza rapido (e, all’occorrenza, saltabile).
Una soluzione che, sebbene sia stata oggetto di varie critiche da parte degli utenti, ho apprezzato molto dal momento che non ho mai nutrito interesse per l’aspetto militare di questo videogioco.

Ci sono inoltre altre due modifiche introdotte (ma al contempo disabilitabili da parte dell’utente) in questa versione rimasterizzata di Pharaoh: il calcolo della popolazione lavorativa e la ricerca di personale. Nel gioco originale veniva calcolato automaticamente che il 40% della popolazione fosse in grado di lavorare, e che il personale da adoperare nelle varie strutture costruite venisse assunto tramite un c.d. “reclutatore” che vagava per la città in cerca di operai.
Nella nuova versione, però, oltre alla possibilità di non usare i reclutatori (in quel caso, se disponibili, i lavoratori verrebbero direttamente assegnati alle strutture), si può anche “simulare” l’età delle persone: questa nuova meccanica permette di aggiungere un buon livello di difficoltà, perché la popolazione in questo modo non si riduce più a un semplice numero, ma diventa un insieme di entità singole la cui età può variare.
Grazie a questa meccanica, per esempio, una persona può essere in grado di lavorare se la sua età è compresa tra i 19 e i 40 anni (e per chi volesse divertirsi…è presente un obiettivo da raggiungere – con annesso trofeo – che richiede di avere in città una persona di almeno 100 anni).

Infine, dopo le varie richieste degli utenti, è stata di recente reinserita la feature della mini-mappa di gioco, in una versione migliorata: la funzione non mostra solamente i vari edifici sulla mappa come nel concept originale (ossia tramite rettangoli di colore diverso in base alla struttura), ma permette anche di attivare o disattivare la griglia di gioco e la modalità di visualizzazione piatta degli edifici oltre a mostrare una “panoramica” sugli alimenti producibili nel territori.

Una sequenza di gioco della campagna di “Pharaoh – A New Era”

Le note negative di “Pharaoh – A New Era”

Sfortunatamente, questo gioco presenta anche delle problematiche, prima tra tutte quella riguardante il suo doppiaggio che necessita seriamente di un intervento migliorativo o di una sua totale reincisione: per molte lingue, infatti, sono stati mantenuti i file audio della versione originale con un risultato che, da un punto di vista della qualità del suono, risulta pertanto “sporco” e ormai del tutto obsoleto rispetto alle tecnologie disponibili. Una problematica questa che si riscontra anche nelle varie tracce della colonna sonora, anch’esse riprese dal gioco originale.

Inoltre, il gioco non ha risolto un difetto per me già presente nella versione del 1999, quello della durata delle missioni: alcune di esse, infatti, hanno una durata davvero non indifferente per via dei numerosi obiettivi da raggiungere, specie quelle missioni in cui è richiesta la costruzione di monumenti come le Piramidi, dal momento che spesso e volentieri è necessario importare una buona parte dei materiali per la loro costruzione.


Il dilemma finale – Ne vale la pena?

In conclusione, Pharaoh: A New Era si pone come una rifacitura principalmente grafica di un titolo che ha segnato positivamente il mondo dei videogiochi gestionali negli anni 2000.
Questa edizione rimasterizzata, però, riesce anche a fornire alcune piccole migliorie che rendono il gameplay più gradevole, sebbene rimangano ancora dei difetti che non permettono di godere appieno del lavoro finale.
Personalmente mi sento di consigliarlo sia agli appassionati del genere che a quei giocatori in cerca di un titolo dalle meccaniche semplici ma dalla difficoltà non banale.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA: 8,5/10

Al netto di essere un appassionato fan del titolo originale, nel complesso il gioco risulta essere veramente molto gradevole sia per le sue meccaniche molto lineari che per la difficoltà crescente.
Unica “nota stonata”? Armatevi di santa pazienza nel cimentarvi nelle missioni più difficili della campagna per le numerose e complesse richieste da soddisfare. Qualunque sia la vostra scelta, l’Antico Egitto dei Faraoni vi aspetta!

Emanuele Izzo

Associazione Culturale “ReAct360”

(NdR: l’immagine di copertina dell’articolo è stata creata dalla Redazione per l’Associazione Culturale “ReAct360” con l’utilizzo dei software di creazione immagini IA di Canva [Magic Studio™] su input testuali dell’autore del presente articolo)

Informazioni sull'autore

Nato a Roma nel 1998, da bambino nutre una forte passione, sostenuta dalla madre e dalla sorella, per la lettura – prediligendo i libri fantasy e i gialli – e per i videogiochi.

Quest’ultima passione lo porterà a iniziare un percorso di studi improntato sulla programmazione che parte con gli studi all’ITIS “Heinrich Hertz” di Roma, dove si diploma presentando una demo di un puzzle game da lui sviluppata.

Tramite i suoi professori, sviluppa inoltre l’interesse per la scrittura, che l’ha portato ad iniziare a scrivere un racconto urban fantasy.

Prosegue gli studi presso l’Università di Roma Tor Vergata, dove ottiene la Laurea Triennale in Informatica con una tesi su un sistema di machine learning che cercava di apprendere come effettuare delle partite a Pac-Man (nella sua versione arcade originale) e frequenta il secondo anno del corso di Laurea Magistrale in Informatica attualmente frequenta il secondo anno.
In contemporanea con gli studi, ha avuto modo di lavorare come collaboratore nello sviluppo di “OnLive Cyberbullying”, un’applicazione informativa per contrastare il fenomeno del cyberbullismo e di svolgere attività d’insegnamento come docente di informatica all’ITC “Giovanni Da Verrazzano” di Roma.

Durante questo periodo si avvicina al mondo del gioco di ruolo, appassionandosi soprattutto a Dungeons & Dragons, gioco in cui è impegnato con due campagne lunghe in corso, un manuale homebrew e un sistema di gioco in lavorazione.
Dall’estate del 2021, in aggiunta, questa sua passione si è evoluta ulteriormente con la partecipazione e l’ingresso nella famiglia di Battle For Vilegis (è entrato negli annali del campo Gregoria proponendosi come archivista alla sua prima chiamata in assoluto).

Nel mondo videoludico i suoi generi preferiti sono i platform (Crash Bandicoot), i giochi strategici (Empire Earth e Pharaoh) e i puzzle game (Pandora’s Box).

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