Ambiente

I Data Center e gli investimenti green nel panorama italiano

Il ritorno ad uno stile di vita classico in questa prima fase post-pandemica, unito al crescente conflitto russo-ucraino ancora in corso, hanno messo in evidenza come gli investimenti effettuati in ottica green non siano risultati abbastanza efficaci a compensare i nuovi fattori di crisi emersi nell’ultimo periodo.

Stando a quanto riportato dal Renewables 2022 Global Status Report (GSR,2022)1, si sottolinea che: “Nella seconda metà del 2021 ha avuto inizio la più grande crisi energetica della storia moderna, esacerbata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa all’inizio del 2022 e da uno shock globale senza precedenti sulle materie prime”

Il GSR 2022 fornisce per la prima volta una mappa mondiale delle quote di energia rinnovabile per Paese e mette in evidenza i progressi portati avanti in alcuni dei principali Paesi del mondo.
Tra i dati del rapporto, la fotografia della situazione italiana è decisamente lontana dall’essere positiva.
Per fare un esempio legato all’Italia, un altro fattore evidenziato nel rapporto è quello riferito al c.d. Overshoot Day2, dicitura con cui sigliamo il giorno nel quale si esauriscono le risorse rinnovabili che la Terra è in grado di rigenerare nell’arco di un ciclo solare.
Per quest’anno, in Italia, questo limite è stato raggiunto il 15 Maggio, senza aver raggiunto neanche la metà dell’anno.

Il crescente sviluppo tecnologico ha visto nel cloud computing una promettente risorsa su cui investire: lo scorso 15 giugno è stata inaugurata una nuova Cloud Region italiana targata Google a Milano e a Torino3, un importante risultato che ha gettato nuove prospettive e slancio verso la trasformazione digitale nel paese.
Tuttavia, oltre la ricrescita economica, nuovi spunti di riflessione si inseriscono all’interno del dibattito riguardante la nuvola italiana:
può il cloud computing essere green ed eco-friendly?


La sostenibilità ambientale nel Cloud

L’adozione del cloud può certamente abbattere i costi infrastrutturali, rendendo autonome le compagnie dalla presa in carico di macchine fisiche e dei relativi costi di manutenzione e di alimentazione: le risorse computazionali vengono infatti prelevate on demand mediante dei cloud provider che le mettono a disposizione (in questo ambito i maggiori competitor sono Google Cloud, Microsoft Azure e Amazon Web Services).
La gestione delle stesse
invece è in molti casi svincolata dai doveri dell’utilizzatore e il loro costo dipende dalla quantità di utilizzo in un arco temporale ben definito, di solito su scala mensile. L’approvvigionamento cloud ha come base fisica di appoggio i c.d. data center, ovvero degli enormi centri di elaborazione dati al cui interno vengono depositati server, storage, gruppi di continuità e tutte quelle apparecchiature che consentono di governare processi e comunicazioni così come quei servizi che supportano qualsiasi attività aziendale.

Molti dei fattori chiave che caratterizzano i data center sono invisibili. Essi comprendono elementi esterni (es. il miglioramento della dissipazione del calore) o interni (es. la progettazione dei flussi d’aria).
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un uso sempre maggiore di sistemi di raffreddamento come il
free cooling o il free chilling, che offrono risultati di gran lunga migliori rispetto ai sistemi tradizionali di climatizzazione. Allo stesso modo, l’ottimizzazione dei flussi d’aria tramite l’isolamento ha permesso un raffreddamento più efficace degli spazi.

Il risparmio idrico e l’uso delle energie rinnovabili stanno modificando i parametri presi in considerazione per valutare un nuovo standard per tali strutture, i c.d. Data Center Green.
Per ridurre il consumo energetico si stanno mettendo in atto molteplici strategie, come lo stoccaggio di energia o i pannelli solari. Sono disponibili anche diverse soluzioni intelligenti per ottimizzare l’energia che alimenta i sistemi di raffreddamento e riutilizzarla, ad esempio, per riscaldare gli edifici vicini e altre strutture industriali. Ottimizzare il core fisico del Cloud Computing in ottica ambientale è una sfida su cui molte realtà aziendali europee, in particolare italiane, si sono messe in gioco.


Le aziende italiane all’opera nei Data Center Green

Tra le realtà italiane che si sono mosse e adoperate sul fronte della sostenibilità ambientale nel settore cloud, possiamo prendere ad esempio il Gruppo Elmec di Brunello (provincia di Varese), Managed Service Provider di servizi e soluzioni IT, che nel 2019 ha costruito il proprio Green Data Center4, ridondando il sistema di alimentazione, adottando illuminazione al Led e rendendolo al 100% operativo mediante il solo utilizzo di risorse rinnovabili.

Un altro esempio riguarda la Executive Service Srl, azienda sita a Castel San Pietro Terme nel bolognese che offre servizi di housing, hosting e cloud: l’azienda infatti ha deciso di realizzare un Data Center a emissioni zero5.
Oltre all’illuminazione Led e all’impianto fotovoltaico che garantisce più energia di quella consumata (
garantendo un impatto ambientale positivo), l’azienda ha sede in una struttura interamente realizzata in legno, che garantisce un’elevata trasmittanza termica e una tutela antisismica.
L’edificio gode, inoltre, di un complesso di strutture adibite ad orti ed attività
eco-friendly.
Legambiente ha insignito l’azienda del
Premio Economia Verde per la categoria servizi in occasione della sua IV edizione.

Uno dei colossi italiani nel settore informatico, Aruba, ha realizzato il proprio Green Data Center6 a Ponte San Pietro, nella bergamasca, utilizzando interamente energia rinnovabile con certificazione Garanzia di Origine (GO) e generando la propria energia attraverso una centrale idroelettrica proprietaria e impianti di pannelli fotovoltaici anch’essi proprietari.
Un sistema geotermico, inoltre, attinge alla falda acquifera sotterranea per un raffreddamento eco-compatibile delle sale server. Al momento considerato il più grande Data Center Campus in Italia, è stato realizzato in oltre 200.000 metri quadrati di area. Aruba ha inoltre dichiarato di essere in procinto di voler ultimare a Roma, entro il primo trimestre del 2023, l’
Hyper Cloud Data Center, il più grande Data Center Campus dell’area capitolina, con 74.000 metri quadri di estensione stimati.

A questi modelli virtuosi e innovativi, si aggiungono anche Eni e la statunitense Google con i suoi nuovi Data Center appena inaugurati che sono solo altri esempi di questa tendenza green.

La sostenibilità ambientale è sempre legata a stretto filo a quella economica: migliorando infatti l’efficienza del data center si ottengono anche risparmi e benefici di natura economica che possono essere investiti per continuare a implementare tecnologie innovative in un vero e proprio circolo virtuoso. Ciò comporta una necessità di portare avanti i temi del green e del cloud in parallelo.

Ma quanto impatteranno i green Data center nel panorama energetico futuro?


Le prospettive del futuro

Secondo uno studio della Commissione Europea sulle tecnologie di cloud computing ad alta efficienza energetica7, i data center dell’UE hanno rappresentato il 2,7% della domanda di elettricità del continente nel 2018 e si prevede che raggiungerà il 3,21% entro il 2030 se la domanda di elettricità dovesse continuare con la sua tendenza attuale.
Nel 2018, inoltre, il consumo energetico dei data center nell’UE è stato di 76,8 TWh. Si prevede che questa cifra aumenterà fino a 98,52 TWh entro il 2030, con un aumento del 28%.

Con oltre 78 unità nel territorio, l’Italia secondo Datacentermap.com è uno dei dieci paesi con il più alto numero di Data Center nel mondo8. Gli investimenti in questo settore nel tricolore rappresentano una grande leva per la trasformazione tecnologica, per la risalita economica e per la sostenibilità.
Secondo una recente ricerca sugli investimenti italiani in campo Data Center, Il CAGR (tasso di crescita annuo composto) in riferimento a questo settore raggiungerà il 3,8’% durante il periodo
2021-2026.
Il rapporto considera lo scenario attuale del mercato italiano e copre una panoramica dettagliata di diversi fattori di crescita, restrizioni e tendenze dello stesso. Lo studio comprende inoltre gli aspetti della domanda e dell’offerta attualmente vigenti nel territorio nostrano
9.

Fonte: kewl/Pixabay

Note e ulteriori riferimenti

1 GSR2022_Full_Report

2 Country Overshoot Day 2022

3 New Cloud Region in Italy

4 Elmec Green Data Center

5 Exe Green Data Center

6 Aruba Green Data Center

7 Energy-efficient Cloud Computing Technologies and Policies for an Eco-friendly Cloud Market FINAL STUDY REPORT

8 Datacentermap

9 Italy Data Center Market – Investment Analysis & Growth Opportunities 2021-2026

Informazioni sull'autore

Classe 1995, nasce a Roma dove vive e lavora. Laureato in Ingegneria Informatica all’Università “Roma Tre” col massimo dei voti, nel 2020 pubblica un paper scientifico basato sulla sua tesi magistrale e si inserisce nel mondo del lavoro in piena pandemia.

Si specializza presto nel Cloud Computing e attualmente ricopre una posizione aziendale come Cloud Architect.

È appassionato di Videogiochi e prodotti multimediali e si aggiorna continuamente sulle nuove tecnologie, cui Intelligenza Artificiale e Machine Learning, Internet of Things e Realtà Aumentata/Virtuale/Mixata.

È inoltre un assiduo giocatore di GDR cartacei e di LARP.
In questo ambiente scopre una nuova passione legata all’artigianato, la Liquoristica. Nel 2013 inizia il suo percorso di sperimentazione di liquori italiani, per poi passare a Vini Speziati, Zuccherini Alcolici, Birre ed Idromele.
Nel 2018 inoltre ottiene il certificato Haccp che rinnova a cadenza biennale, con l'obiettivo di ottimizzare e garantire la salubrità alimentare delle sue produzioni.

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