Arte

Intelligenza Artificiale & Crypto Art – Le nuove frontiere dell’arte digitale

Nel corso del XXI secolo l’arte ha ricevuto una profonda contaminazione da parte della tecnologia digitale attraverso nuove forme creative nell’espressione artistica legate al progresso tecnologico.
Da un punto di vista storico, il concetto di
Digital Art (o Computer Art) inizia a svilupparsi per la prima volta durante gli anni ’50, quando il tedesco Manfred Frank e l’americano Ben Laposky, matematici e programmatori, prendendo come riferimento l’estetica del Bauhaus, crearono con un oscilloscopio una funzione matematica, detta oscillogramma, in grado di generare una rappresentazione grafica in grado di distorcersi variando la lunghezza d’onda dei raggi di luce in un tubo catodico1.

Tuttavia, l’arte digitale avrebbe iniziato ad essere praticata in modo diffuso solo dagli anni ’80, con l’avvento dei primi personal computer e dei software dedicati al design. Da quel momento, i campi di applicazione di questa forma espressiva sono divenuti molteplici e al passo con le nuove conquiste e innovazioni nel mondo digitale, ad esempio con il graphic design, il packaging design, il web design, il social media design e l’event design.


Il modello delle AI generative

Il crescente sviluppo tecnologico nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, in particolare legato all’Apprendimento Automatico, ha portato allo sviluppo di tecniche di sintetizzazione automatica di immagini. La riproduzione dei soggetti è determinata dalle c.d. Reti Neurali GAN (General Adversarial Networks, ovvero due reti neurali che vengono fatte gareggiare tra di loro)2.

Inoltre, si è diffuso uno specifico linguaggio, detto Generative Pre-trained Transformer (GPT), che sulla base di informazioni testuali perfeziona un modello in grado di comprendere i meccanismi con cui viene concepita l’arte umana. Tale modello, adottato dapprima nella scrittura, viene addestrato con una grande knowledge base iniziale (documenti, testi, tag), successivamente evolve e impara autonomamente come inferire concetti simili o correlati a quelli ricevuti come input.

Lo sviluppo del linguaggio è stato portato avanti da OpenAI3, una società non-profit americana co-fondata nel 2015 dall’imprenditore Sam Altman e da Elon Musk, amministratore delegato di Tesla e Space X, con l’obiettivo dichiarato di democratizzare la ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
Con la pubblicazione a giugno 2020 della terza versione del linguaggio (GPT-3), i ricercatori hanno derivato un nuovo modello focalizzato sulla creazione di immagini,
avendo osservato come così come un modello addestrato sul linguaggio possa generare testo coerente, lo stesso esatto modello può essere addestrato su sequenze di pixel per generare completamenti coerenti e nuovi esempi di immagini”.4

Il nome del nuovo modello è DALL-E5, una crasi tra il nome del pittore surrealista Salvador Dalí e quello di WALL•E, il robot protagonista dell’omonimo film della Pixar. Da allora, un nutrito numero di ricercatori porta avanti il progetto, pubblicando periodicamente i risultati su Twitter sotto l’hashtag #dalle2.

DALL-E ha fatto da pioniere nel campo della generazione artificiale di contenuti. Per esempio, Il 24 maggio scorso Google AI, la divisione dell’azienda statunitense dedicata alle intelligenze artificiali, ha presentato Imagen, una tecnologia in grado di produrre risultati simili.6
Tuttavia, l’azienda non ha ancora immesso sul mercato il progetto, in quanto non ancora pienamente perfezionato:
uno dei limiti del modello DALL-E infatti (che Google sta cercando di risolvere) è l’eccesso di pregiudizio nel generare alcuni dettagli, in particolare i volti umani.

Vi sono due fattori correlati al tema delle AI generative: il diritto di autore ed il diritto di proprietà legato ad un’opera.


L’AI può essere considerata un autore?

j4p4n, AI Art 006 (2022)
Fonte: j4p4n / Openclipart (opera di pubblico dominio)

Relativamente al diritto d’autore, possiamo fare affidamento sulle decisioni giudiziarie che sono state emesse riguardo al tema. È infatti del 28 luglio 2021 la decisione della Corte Costituzionale dell’Australia che ha stabilito come il sistema artificiale DABUS (Device for the Autonomous Bootstrapping of Unified Sentience)6 fosse un’entità avente diritti di creatore.
La storia di questo caso è degna di menzione: Stephen Thaler, autore dell’AI, aveva depositato la domanda di brevetto come inventore dapprima all’Ufficio statunitense di marchi e brevetti (Uspto) e a poi quello Europeo (Epo).
Tuttavia,
a parere di quest’ultimo, il sistema non possedeva alcun diritto d’autore da poter esercitare, in quanto privo di personalità giuridica. L’ufficio statunitense arrivò ad una conclusione analoga, demandando il raggiungimento di un accettabile livello di sofisticazione delle Intelligenze Artificiali ad un futuro remoto.
Ma la corte australiana, in controtendenza, aveva osservato come non esisteva una legge che vietasse a una macchina di poter essere designata come inventore e che: “per promuovere il benessere economico attraverso l’innovazione tecnologica e il trasferimento e la diffusione della tecnologia, escludere le invenzioni fatte da AI sarebbe incoerente con questo scopo7.

Tuttavia lo scorso 13 aprile, un tribunale di cinque giudici della Full Federal Court australiana chiamato ad esprimersi nuovamente sul tema – dopo il ricorso in appello – ribaltò all’unanimità la sentenza emessa l’anno precedente, ritenendo che un inventore debba essere necessariamente una persona fisica ai fini della legge.8
Quest’ultimo sviluppo rappresenta una pietra miliare significativa nel dibattito legale con cui le magistrature di tutti i paesi sono attualmente alle prese, al momento basato su una visione fortemente antropocentrica dei sistemi intelligenti.


Diritto di proprietà e Crypto Art

La gestione del diritto di proprietà è un tema portante nella nuova frontiera dell’arte digitale, la Crypto Art. Essa prevede la creazione di un’opera in digitale o la digitalizzazione di un’opera fisica unendo i concetti dell’arte tradizionale con quelli della blockchain e degli NFT (Non Fungibile Tokens).
La tecnologia
blockchain permette di registrare un’opera nel proprio sistema decentralizzato e, mediante codici crittografici, di rendere immutabili le informazioni riguardo le modalità della sua creazione e la paternità dell’autore.
L’NFT (detto anche
Smart Contract) invece è un codice informatico che rappresenta il documento di identità univoco di un file digitale. Al momento della sua creazione, esso è reso fruibile al pubblico e acquistabile, in pezzi o nella sua totalità, in valuta tradizionale o con criptovalute (es. Bitcoin o Ethereum).
Le informazioni digitalizzate di un NFT (es. autore, data di esecuzione, acquirente) non sono modificabili o replicabili una volta inserite nella blockchain. Pertanto, mentre il file digitale può essere riprodotto infinite volte, il suo diritto di proprietà resta integro.

Fonte: Choong Deng Xiang / Unsplash

La prima pubblicazione di Crypto Art risale all’aprile 2018, quando la galleria statunitense SuperRare e quella europea KnownOrigin, esposero contemporaneamente le prime opere digitali associate a NFT.
Da quel momento, molti artisti digitali hanno dedicato il loro estro creativo a questa nuova forma espressiva.


La Crypto Art in Italia

L’Italia è uno dei paesi che ha coltivato e promosso la Crypto Art fin dai suoi albori.
Uno dei pionieri di questa forma di arte digitale è il duo artistico
Hackatao9, composto da Sergio Scalet (Transacqua, 1973) e Nadia Squarci (Udine, 1977). Nel 2018 entrarono in contatto con la galleria SuperRare e da quel momento intrapresero il loro percorso artistico digitale.
Il nome d’arte nasce dalla fusione delle parole
hacker, inteso come persona che supera le limitazioni imposte con creatività e ingegno e tao, nell’accezione di equilibrio di due elementi che insieme generano un flusso vitale. Ad oggi hanno venduto opere per oltre trentasei milioni di dollari.

Un altro importante artista digitale italiano di questo movimento è Giovanni Motta10 (Verona, 1971), rappresentato dalla galleria Zanini Arte e classificato primo al mondo come espositore di SuperRare nel gennaio 2021.

Altri esponenti nostrani, come Annibale Siconolfi11, focalizzato su architetture e paesaggi futuristici, e Skygolpe12, inizialmente street artist e ora incentrato su ritratti senza volto, hanno acquisito notevole fama. Mentre il primo conta un bacino di oltre 200.000 seguaci su Instagram e circa 10.000 interazioni utente ad ogni sua pubblicazione, il secondo ha esposto una delle sue opere su Sette, il settimanale del Corriere della Sera, e ha venduto le sue creazioni per un totale di sei milioni di dollari.

Un altro contributo di grande valore alla Crypto Art da parte del nostro Paese si può riscontrare nell’esposizione Crypto Art 2121 aperta il 23 novembre 2021 presso il Museo della Permanente di Milano. Una rassegna d’arte nata dall’iniziativa del DART (Dynamic Art Museum)13, il primo museo di arte dinamica al mondo ideato e realizzato da Piergiulio Lanza insieme all’architetto Riccardo Manfrin, con la collaborazione di WRONG THEORY, una realtà tutta italiana che vede coinvolti artisti, musicisti e intellettuali.

La promozione dell’arte e della cultura digitale ha inoltre portato alla creazione di un Master in Crypto Arte ed NFT promosso dall’IAI (Italian Design Institute), con l’obiettivo di formare una nuova avanguardia di artisti specializzati in arte crittografica.
Il corso, primo di questo genere nel territorio, si propone come la prima realtà accademico-professionalizzante, in grado di incrociare i mondi delle scienze politiche, della tecnologia, delle arti visive e della moda.
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Steve Jurvetson, “AI Art Prompt: “what exists beyond the veil?” (2021)
Fonte: Steve Jurvetson / Flickr (CC BY 2.0)

Note ed ulteriori approfondimenti

1 Per ulteriori informazioni riguardanti la vita e le opere d’arte di Ben Loposky, si rimanda alla voce tematica in compArt | Center of Excellence Digital Art , progetto dell’Università di Brema.
2 Corso Google Cloud sulle Reti Neurali GAN

3 OpenAI GPT

4 DALL-E 2 AI System

5 Google Imagen

6 DABUS System

7 L. Mendola, Un tribunale ha riconosciuto a un’intelligenza artificiale la qualifica di inventore (Wired Italia, 27/09/2021)

8 In riferimento alla sentenza della Federal Court australiana, si rimanda a quanto indicato da IP Australia, Federal court decision allows Commissioner’s appeal (14/04/2022)

9 Per maggiori informazioni su Hackatao, si rimanda al sito del sodalizio artistico

10 Giovanni Motta – Crypto Artist

11 Annibale Siconolfi – Crypto Artist

12 Skygolpe – Crypto Artist

13 Museo DART – Milano

14 Master in Crypto Arte ed NFT

Informazioni sull'autore

Classe 1995, nasce a Roma dove vive e lavora. Laureato in Ingegneria Informatica all’Università “Roma Tre” col massimo dei voti, nel 2020 pubblica un paper scientifico basato sulla sua tesi magistrale e si inserisce nel mondo del lavoro in piena pandemia.

Si specializza presto nel Cloud Computing e attualmente ricopre una posizione aziendale come Cloud Architect.

È appassionato di Videogiochi e prodotti multimediali e si aggiorna continuamente sulle nuove tecnologie, cui Intelligenza Artificiale e Machine Learning, Internet of Things e Realtà Aumentata/Virtuale/Mixata.

È inoltre un assiduo giocatore di GDR cartacei e di LARP.
In questo ambiente scopre una nuova passione legata all’artigianato, la Liquoristica. Nel 2013 inizia il suo percorso di sperimentazione di liquori italiani, per poi passare a Vini Speziati, Zuccherini Alcolici, Birre ed Idromele.
Nel 2018 inoltre ottiene il certificato Haccp che rinnova a cadenza biennale, con l'obiettivo di ottimizzare e garantire la salubrità alimentare delle sue produzioni.

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