È previsto per questa Domenica 2 ottobre il ventesimo anniversario del FIABA Day a Roma, evento per la XX° Giornata nazionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche organizzato dalla FIABA Onlus con il patrocinio e la collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla sensibilizzazione attorno al tema degli ostacoli all’accessibilità del territorio e delle sue strutture per la cittadinanza, in particolar modo quella affetta da disabilità.
Giunto al suo ventesimo anniversario (la ricorrenza è stata istituita con una direttiva ministeriale nel lontano 2003), il FIABA Day verrà preceduto da una conferenza stampa nella giornata di Giovedì 29 settembre in cui, dalle ore 12.00, verrà presentato il programma di quest’anno all’opinione pubblica e le varie iniziative messe in campo per la cittadinanza.
Tra le iniziative, si segnala l’apertura di Palazzo Chigi alle visite guidate riservate a persone con disabilità e a ridotta mobilità, con la partecipazione gratuita (chiusa ad ora per esaurimento posti) per ogni persona con disabilità accompagnata da familiari o amici.
La conferenza stampa vedrà la presenza e la partecipazione del Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Cheppa, del Ministro per le Disabilità Erika Stefani e del Presidente di FIABA Onlus Giuseppe Trieste.
La crescente sensibilità giovanile sul tema, ReAct360 assieme a FIABA Onlus sul palco di Piazza Colonna
Il FIABA Day di quest’anno vedrà, per la prima volta, anche la partecipazione dell’Associazione Culturale ReAct360, presente questa Domenica (a partire dalle ore 10:00) in una giornata dove si alterneranno momenti di dibattito, approfondimento e spettacolo sul palco di Piazza Colonna in Roma.
Giulia Vinci, presidente dell’Associazione Culturale ReAct360 ha voluto commentare in questo modo l’annuncio della partecipazione di una nostra delegazione all’evento:
“Ritengo sia di estrema importanza la partecipazione della nostra Associazione a questo evento e mi sento di ringraziare la FIABA Onlus per l’opportunità concessa perché purtroppo si deve constatare come vi sia parecchia ignoranza sul mondo della disabilità, che non si limita alla sola sfera motoria ma anche e soprattutto a quella cognitiva.
È una problematica questa che si ripercuote tanto nell’opinione pubblica generale quando anche in quella delle nuove generazioni.”
Un campanello d’allarme quindi al quale si deve porre rimedio attraverso importanti azioni in ambito culturale ma anche politico e, soprattutto, di sensibilizzazione verso la cittadinanza: “Bisogna abbattere le barriere architettoniche e culturali intorno al mondo delle diverse abilità.” – ha aggiunto la Vinci – “Noi giovani dobbiamo traghettarci verso un mondo più accessibile e inclusivo non limitandoci alle parole ma attraverso fatti concreti: molto spesso infatti non siamo consapevoli dei disagi che provochiamo nelle persone che hanno delle “disabilità invisibili” ai nostri occhi, dobbiamo pertanto cercare di lavorare anche su noi stessi e aiutare le persone non del tutto autosufficienti a migliorare il proprio stile di vita.”
Il messaggio viene rafforzato anche dalle parole di Federico Trapani, studente laureando in Scienze Cognitive della Comunicazione e dell’Azione presso l’Università degli Studi “Roma Tre” che nutre una profonda sensibilità sull’argomento, lavorando attivamente sul campo in qualità di tutor di studenti con DSA. Queste sono le sue parole a commento della presenza di ReAct360 al FIABA Day:
“L’evento di questa Domenica nel quale avremo modo di partecipare tocca una tematica molto delicata, che purtroppo necessita ancora di diverse risoluzioni. Mi sento onorato di poter essere presente assieme a ReAct360 a questa occasione di confronto e dibattito sull’abbattimento delle barriere architettoniche presenti nel nostro Paese perché queste sono un ostacolo concreto per le persone affette da disabilità ad ampio raggio.”
Federico Trapani ha voluto poi evidenziare i problemi legati alla percezione culturale nella nostra società della disabilità: “La disabilità viene spesso vista in negativo come una forma di “diversità” da stigmatizzare e spesso le persone che ne sono affette vengono escluse, emarginate oppure, nel peggiore dei casi, derise.
Ad oggi, uno scenario di questo tipo, che non esito a definire deprimente, non è più accettabile per una società che si professa civile come la nostra: credo fermamente infatti che dovrebbe compito di tutti noi quello di lavorare uniti verso una maggiore inclusione sociale di queste persone, che possono anzi rappresentare una risorsa e non un peso per la nostra società.
Abbiamo da imparare dalle persone diversamente abili più di quanto possiamo immaginare.”