Cinema

Il secondo Shazam è un disastro di proporzioni…divine!

Dopo l’uscita nelle sale di Black Adam, l’Universo Esteso della DC Comics torna sotto la luce dei riflettori con Shazam! Furia degli Dei, il nuovo film della saga che combina azione, supereroi e mitologia greca.
Il secondo atto della saga di Shazam ha visto una divisione netta dopo le prime settimane di programmazione nelle sale italiane, contrapponendo da una parte un muro granitico fatto delle critiche veementi degli esperti del settore e, dall’altra, un generale apprezzamento nel pubblico caratterizzato da incassi comunque modesti per una pellicola di questo genere (al momento, le cifre sono inferiori al milione e mezzo di euro).

C’erano molte aspettative sul progetto portato avanti dal regista svedese David F. Sandberg e dal produttore Peter Safran.
Il risultato? Un fragoroso fiasco: contro ogni previsione personale, infatti, la nuova avventura di Shazam si è rivelata l’ennesimo fallimento targato Warner Bros. all’interno del suo problematico DC Universe.


Per diventare un supereroe basta una sola parola…SHAZAM!

Tra i numerosi problemi che hanno afflitto il progetto della Warner Bros. sui fumetti della DC Comics, l’esordio di Shazam! (2019) era stato quantomeno uno dei pochi successi della propria cinematografia, con il film che aveva donato nuova linfa al franchise e all’intero genere dedicato ai supereroi grazie a un lavoro in grado di trovare l’equilibrio vincente tra l’adrenalina dell’azione e un’atmosfera dalle forti tinte umoristiche: a fronte di un budget relativamente basso di appena 100 milioni di dollari, infatti, la pellicola ne aveva incassati complessivamente oltre 365 milioni.

Fondamentale in quel successo è stata la scelta di Zachary Levi come attore protagonista dal momento che ricevette numerosi elogi da parte della critica e del pubblico per l’interpretazione di uno tra i personaggi più interessanti e sfaccettati dei DC Comics. Un successo che, al netto delle “modeste” cifre ai botteghini (e sembra davvero un paradosso, pensando ai numeri), ha però spinto la Warner Bros. a dare vita a un seguito.

Il panel del film “Shazam!” al San Diego ComicCon 2018. Presenti David F. Sandberg e il cast della pellicola.
Fonte: Gage Skidmore/Flickr (CC BY-SA 2.0)

La trama

“Shazam! Furia degli Dei”, di David F. Sandberg (USA, 2023)
Fonte: Warner Bros. Pictures / Facebook

La pellicola segue le vicende di Billy Batson (Asher Angel), un adolescente in grado di trasformarsi, grazie ai poteri magici ricevuti dal mago Shazam (Djimon Honsou), in un uomo le cui capacità lo rendono al pari di una divinità greca, un uomo interpretato proprio da Zachary Levi.

Dopo che nel capitolo precedente questi poteri erano stati donati anche alla sua famiglia adottiva nel tentativo di sconfiggere il malvagio Dottor Sivana, il giovane Billy Baston tenta di trovare un equilibrio tra la propria vita quotidiana in quel di Philadelphia e il comando della “Shazam-Family.
Il periodo di tranquillità svanisce però con l’arrivo sulla Terra delle figlie di Atlante (Helen Mirren, Lucy Liu e Rachel Zegler), desiderose di vendetta e di ristabilire l’antica supremazia degli Dei sul mondo intero.
Con una posta in gioco elevata, toccherà nuovamente a Billy il compito di indossare il mantello di Shazam, in quella che si prospetta essere una lotta senza esclusione di fulmini.


Un solo fulmine dentro un Olimpo di oscurità

Il vero pregio di Shazam! Furia degli Dei risiede proprio nel personaggio di Shazam, una figura con cui lo spettatore riesce a empatizzare e immedesimarsi grazie alla nuova, pregevole interpretazione di Zachary Levi (esaltata anche dal superbo doppiaggio italiano di Maurizio Merluzzo). L’approfondimento delle dinamiche narrative tra il protagonista e il migliore amico Freddy (Jack Dylan Grazer) ha senz’altro donato maggiore scorrevolezza alla storia, sebbene di contro questo abbia fatto perdere quei toni leggeri e divertenti che erano stati alla base del primo film.

Ma la pur affascinante chimica creata dal protagonista del film non basta purtroppo a nasconderne le numerose criticità: lo spettatore si trova infatti di fronte a un prodotto arrivato “fuori tempo massimo”, complice un impianto narrativo alquanto fragile le cui fondamenta richiamano e rincorrono fin troppo spesso gli elementi di altri progetti supereroistici usciti nel corso di questi vent’anni (possiamo citare come esempi le saghe originali degli X-Men e I Fantastici 4, prodotte dall’allora 20th Century Fox). Il vero “tallone d’Achille” è rappresentato però da una sceneggiatura colma di buchi nella trama e incapace di sviluppare adeguatamente gli archi narrativi dei comprimari, a partire dai componenti della famiglia di Shazam.

Decisamente negativa è poi la caratterizzazione delle tre antagoniste, personaggi mai apparsi nelle opere cartacee.
Alla guida del trio troviamo Hespera, una divinità tanto astuta quanto perfida e del tutto priva di carisma, di fatto un vero e proprio “spreco” del talento dell’attrice Premio Oscar Helen Mirren.
Ancora p
iù irritante poi il personaggio “guerriero” interpretato da Lucy Liu: Kalypso è l’ennesimo antagonista fatto col “copia-incolla”, del tutto privo di motivazioni credibili e caratterizzato piuttosto da una mera – e bambinesca – sete di vendetta.
Ultima, stavolta per ordine d’importanza, è l’eternamente giovane Anthea alla quale, pur non eccellendo minimamente da un punto di vista narrativo (scrittura del personaggio alquanto banale), va riconosciuto il merito di essere stata resa perlomeno più convincente e ricca d’appeal da parte dell’attrice Rachel Zegler.
Se in alcuni momenti il comparto tecnico si è rivelato pienamente soddisfacente (in particolare durante lo scontro finale tra Shazam e il drago Ladone), in altri ha ampiamente mostrato il fianco con numerose sbavature la cui presenza veniva resa palese da una regia alquanto confusionaria.
L’appunto finale se lo merita a pieno titolo la pessima gestione della campagna promozionale del film da parte della Warner Bros. , colpevole di aver preferito l’anticipazione con largo anticipo della presenza di un famoso personaggio DC nella pellicola per creare maggior interesse nel pubblico generalista, perseverando così stolidamente nel suo “errore diabolico” già commesso in altre occasioni (il più recente ha riguardato proprio Black Adam, con l’anticipazione del cameo di Henry Cavill nei panni di Superman nelle fasi finali del film).


Le mie considerazioni finali

Privato delle stesse atmosfere spensierate e umoristiche che avevano contraddistinto il primo capitolo, Shazam! Furia degli Dei non riesce a seguire il solco tracciato dal predecessore.
Afflitta da una moltitudine di ombre, che nemmeno la “fulminante” performance di Zachary Levi riesce a coprire, la pellicola firmata da David F. Sandberg si erge su un Olimpo costernato dai continui fallimenti del binomio Warner Bros./DC Comics.
Al netto degli indizi presenti nelle sequenze dopo i titoli di coda, definirei alquanto premature le supposizioni riguardo il futuro di Shazam nel reboot cinematografico dell’Universo DC targato James Gunn e Peter Safran (a riguardo, seguiremo con attenzione gli sviluppi).


Cinque motivi per considerarlo…Bocciato


La sceneggiatura della pellicola non presenta solide fondamenta

Non viene concesso adeguato spazio ai comprimari

Le antagoniste risultano piatte e anonime

La qualità del comparto tecnico è altalenante

Sgradita l’anticipazione del cammeo finale

Informazioni sull'autore

Nato a Roma nel 2005, è uno studente che frequenta il liceo classico tradizionale.
Noto tra gli amici semplicemente come “Ruggo”, all’età di sedici anni viene attirato dalla realtà del giornalismo e inizia a pubblicare articoli che interessano il settore dell’intrattenimento.

La sua passione per la recitazione e il doppiaggio lo spinge a iscriversi per un provino all’Accademia del Doppiaggio, dove viene selezionato tra i candidati più idonei alla partecipazione di un corso pluriennale.
Il suo sogno nel cassetto? Diventare un doppiatore professionista.

Avido lettore dei fumetti della Marvel e accanito divoratore di serie televisive, nutre un grande amore per il cinema e verso la Settima Arte non esistono confini di alcun tipo: si va dal cinema d’autore e quello indipendente fino ai prodotti più mainstream.

Tra le altre sue passioni, inoltre, adora i videogiochi e il potersi cimentare nei giochi da tavolo e in quelli di ruolo, oltre all’astronomia e – da ultima – la passione per la buona tavola.
Quest’ultima è stata alimentata nel corso degli anni grazie all’approccio alle culture culinarie di diversi paesi (dalla Spagna alla Grecia, passando per la cucina asiatica e quella dell’America Latina, senza dimenticare le prelibatezze regionali del nostro Paese).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *