Cosa rimane agli appassionati del cinema dopo l’ultima edizione degli Academy Awards celebrata a Los Angeles la scorsa domenica? Certamente una serata da record con quasi 20 milioni di spettatori negli Stati Uniti (+4% rispetto allo scorso anno e maggior crescita di ascolti dal 2020).
Numeri che secondo gli analisti e gli addetti del settore sono da ricondursi alla presenza – nonché alla vittoria – di film al centro dell’interesse del pubblico generalista, tra cui spiccano nettamente Oppenheimer e Barbie.
Il fenomeno social “Barbenheimer” ha abbattuto primati su primati nel corso di quest’anno e ha sbaragliato la concorrenza di altri lavori alquanto quotati per i grandi concorsi cinematografici (come i Golden Globes). Basti pensare ad esempio a pellicole come Maestro o Napoleon, opere che sono state escluse o largamente ignorate dalla critica e dal pubblico, oppure alla sonora sconfitta nella corsa degli Oscar dell’ultimo film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon, che dopo i grandi risultati dei Golden Globes non ha vinto alcun premio.
Alla fine, nella sfida colossale tra i due campioni di incassi del 2023, è stato Christopher Nolan ad avere la meglio su Greta Gerwig (non presente tra i candidati per le statuette) con la sua trasposizione cinematografica della vita di J. Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica.
Una sfida “no contest” per Hollywood – L’apoteosi per Nolan e la sorpresa Lanthimos
Doveva essere un “Oppenheimer contro tutti” e così è stato e, come pronosticato dagli esperti, è stato il film diretto da Nolan a dominare la Notte degli Oscar di quest’anno conquistando ben sette dei tredici riconoscimenti per i quali era in concorso.
Apoteosi totale per il cineasta britannico, vincitore del premio per il Miglior Film e per la Miglior Regia, così come per Robert Downey Jr. (Miglior Attore non Protagonista) e per l’irlandese Cillian Murphy (Miglior Attore) che con il capolavoro di Nolan raggiungono l’apice e la consacrazione personale nel mondo del cinema internazionale.
Incetta di statuette anche nel comparto tecnico per Oppenheimer che vince anche per la fotografia (superbo Hoyte van Hoytema), il montaggio e per la colonna sonora di Ludwig Göransson che bissa il successo di “Black Panther” ottenuto nel 2019.
Che dire invece del film della Gerwig, indicato come altro contendente nella sfida degli Oscar?
Alla fine “Barbie” si è dovuto accontentare del solo riconoscimento ottenuto per la miglior canzone originale con “What I Was Made For?” – brano composto a quattro mani da Billie Eillish e dal fratello Finneas O’Connell – mentre “a sorpresa” (ma non troppo) si vedeva scavalcare nettamente da un altro film, ovvero “Poor Things” (Povere Creature).
Il film diretto dal regista greco Yorgos Lanthimos si è posizionato dietro alla pellicola di Christopher Nolan ottenendo quattro riconoscimenti (tre nelle categorie tecniche e il premio per “Miglior Attrice Protagonista” ottenuto da Emma Stone, al secondo successo personale dopo il trionfo in “La La Land” (2016).
Delusione italiana per Matteo Garrone ma non solo… – Gli altri premi della Notte degli Oscar
Al terzo posto complessivo, dietro a Oppenheimer e a Poor Things, si è posizionato La zona d’interesse, dramma tratto dall’omonimo romanzo di Martin Amis e diretto da Jonathan Glazer.
Il film ha ottenuto il premio per il Miglior Sonoro e – soprattutto – quello per il “Miglior Film in lingua straniera” andando a sbaragliare una concorrenza piuttosto agguerrita, in cui a spiccare erano “Perfect Days“ di Wim Wenders e anche il nostro tricolore, rappresentato dal film “Io Capitano“ di Matteo Garrone.
Completato il podio, sono da menzionare i successi per Da’Vine Joy Randolph (Miglior Attrice non Protagonista in The Holdovers) ma anche per il regista Wes Anderson, che ottiene il suo primo Oscar della carriera con il mediometraggio “La meravigliosa storia di Henry Sugar“, e per Cord Jefferson, Jeffrey Wright e Sterling K. Brown (Miglior Sceneggiatura Non Originale in “American Fiction“).
Risultati importanti anche per la Francia (Miglior Sceneggiatura Originale con “Anatomie d’une chute“) e per il Giappone trainato dal Maestro Hayao Miyazaki (Miglior Film d’Animazione con “Il Ragazzo e l’Airone“) e dal monster movie “Godzilla Minus One“ che ha vinto il premio per i Migliori Effetti Speciali.
Infine, la guerra è risultata tema di grande interesse e impatto con i riconoscimenti conseguiti da “20 Days in Mariupol“ (Miglior Documentario), ma anche dal cortometraggio d’animazione “War is Over! Inspired by the Music of John & Yoko“.
(NdR: l’immagine di copertina dell’articolo è stata creata dalla Redazione per l’Associazione Culturale “ReAct360” con l’utilizzo dei software di creazione immagini IA di Canva [Magic Studio™] su input testuali dell’autore del presente articolo)