Nel panorama dell’arte visiva contemporanea, l’ascesa delle immagini generate dall’Intelligenza Artificiale (IA) sta provocando un acceso dibattito sulla natura stessa dell’arte e della creatività.
Un dibattito che si concentra principalmente sul confronto tra le immagini create artificialmente e quelle catturate dalla fotografia tradizionale. In entrambi i casi si può parlare di forme d’arte intrinsecamente legate all’atto di rappresentare la realtà, ma le loro modalità di produzione e il loro impatto culturale sollevano domande etiche e estetiche fondamentali.
La realtà tra fotografia e IA generativa
Provando ad esaminare i fattori che vedono coinvolte le due visioni in contrasto, possiamo da subito affermare come la fotografia, sin dalla sua rivoluzionaria invenzione nel XIX secolo, sia servita come mezzo per catturare la realtà oggettiva: attraverso l’obiettivo della macchina fotografica, infatti, il fotografo registra momenti unici nel tempo, documentando con i suoi scatti la vita, la società e l’ambiente che lo circonda. In questo modo viene stabilito un rapporto di fiducia tra il fotografo e il pubblico, in quanto la fotografia viene spesso considerata come un’istantanea fedele della realtà.
L’avvento delle IA generative sta presentando una nuova prospettiva, alternativa rispetto a questa considerazione: le immagini generate con l’IA sfruttano infatti algoritmi complessi per creare nuove realtà visive, che possono essere il risultato della combinazione di dati esistenti, modelli di apprendimento automatico (es. machine learning, deep learning) e input umani.
Sebbene possa assomigliare alla fotografia tradizionale, ciò che viene creato dalla IA generativa arriva a esplorare territori nuovi e surreali, sfidando in molti casi le nostre stesse concezioni predefinite di ciò che è reale.
I punti della contesa tra la fotografia tradizionale e le immagini generate da IA
Una delle principali controversie riguarda l’autenticità e l’originalità delle immagini generate dall’IA rispetto alla fotografia tradizionale: mentre le fotografie sono legate a eventi e contesti reali, le immagini generate dall’IA possono esistere soltanto nel regno digitale, uno spazio privo di un’analogia diretta con il mondo fisico. Questo solleva un primo interrogativo sulla loro validità come forma d’arte e sulla loro capacità di rappresentare la realtà in modo significativo.
Inoltre, emerge una considerazione di natura etica attorno al ruolo dell’artista nella creazione di immagini con l’IA: mentre il fotografo agisce come interprete della realtà, selezionando e inquadrando ciò che vede, l’artista che utilizza l’IA può perdere il controllo diretto del processo creativo, dal momento che gli algoritmi possono generare risultati imprevisti o persino riprodurre stereotipi e pregiudizi presenti nei dati di addestramento.
In questa contrapposizione c’è chi sostiene che l’Intelligenza Artificiale non dovrebbe essere vista come una minaccia alla fotografia tradizionale, ma piuttosto come una nuova forma di espressione artistica capace di ampliare il nostro vocabolario visivo, con creazioni in grado di offrire un terreno fertile per l’innovazione e la sperimentazione degli artisti i quali, a loro volta, si ritroverebbero a poter esplorare concetti e idee al di là dei confini della fotografia convenzionale.
Si può trovare una “via di mezzo” nell’approccio all’arte generativa?
A mio modesto parere la chiave per affrontare questa dicotomia “divisiva” sta nell’approcciare entrambe le forme d’arte con una mente aperta e critica: la fotografia, infatti, continua a essere un potente mezzo per documentare la realtà e catturare l’essenza dell’esperienza umana, ma allo stesso tempo le immagini generate tramite IA offrono un’opportunità unica per esplorare il potenziale creativo delle tecnologie emergenti.
Il confronto tra fotografia e IA generativa rappresenta una riflessione più ampia sulla natura mutevole dell’arte e della percezione umana. Per quale motivo si dovrebbe persistere nel vederle come antagoniste, quando si potrebbero valutare positivamente entrambe le espressioni artistiche, accogliendole come un’entità unica in grado di arricchire il nostro modo di intendere e concepire l’arte, oltre a stimolare una più profonda riflessione sul modo con cui l’artista (e l’uomo in generale) si relaziona con il mondo circostante?
La polemica e lo scetticismo verso la novità si ritrovano e persistono anche in questo campo, con varie comunità di fotografi tradizionalisti che nutrono forte avversione e diffidenza di fronte alle nuove frontiere aperte dall’Intelligenza Artificiale e la sua crescente capacità di manipolare e creare immagini.
Eppure, mentre molti respingono questa nuova era tecnologica, in pochi sembrano riconoscere il parallelo storico che lega questa rivoluzione tecnologica al passato.
Anche la fotografia infatti, nel momento in cui esordì per la prima volta nella storia, si andò a scontrare con quello che al tempo era il modello di riferimento incontrastato per la rappresentazione visiva della realtà: la pittura.
La fotografia, figlia dell’innovazione e della tecnologia, si ritrovò ad affrontare uno scetticismo non troppo distante da quello che si ritrova oggi con l’IA generativa: nelle società del tempo, l’opinione predominante era che la fotografia non fosse altro che un’imitazione superficiale della pittura, priva di creatività e valore artistico intrinseco.
Alla luce di questo riferimento, non si potrebbe trovare illuminante questo confronto verso il nuovo, anziché replicare gli stessi comportamenti adottati in passato proprio verso la fotografia?
Dalle “minacce” del passato alle possibilità del futuro
Proprio come la fotografia era vista come una minaccia alla pittura, in molti temono che l’IA generativa possa minare il valore del lavoro manuale e della visione artistica umana.
Prima delle fotografie, era la pittura ad essere il principale mezzo per la rappresentazione visiva della realtà e i pittori, con i loro quadri, erano maestri nell’interpretare e ricreare il mondo attraverso la loro abilità artistica e interpretativa.
L’avvento della fotografia arrivò a mettere in discussione il monopolio della pittura sulla rappresentazione visiva, in quanto in grado di offrire un metodo più rapido e preciso per catturare l’aspetto esteriore della realtà. L’evento innescò un conflitto tra i pittori e i fotografi dell’epoca: da una parte, molti pittori vedevano la fotografia come una minaccia alla loro professione e alla loro arte; dall’altra, alcuni fotografi erano ansiosi di essere riconosciuti come artisti a pieno titolo e non solo come tecnici che registravano la realtà.
Nel corso del tempo, però, riuscì ad emergere una maggiore comprensione e accettazione della fotografia come forma d’arte a sé stante: i fotografi, infatti, hanno gradualmente sviluppato nuove tecniche creative ed estetiche per distinguersi dalla mera registrazione della realtà; allo stesso modo, i pittori non sono scomparsi e hanno continuato a prosperare, adattando le loro pratiche artistiche per rispondere alla sfida posta dalla fotografia, spingendosi così ai confini della loro arte.
Dal momento che la fotografia è oramai ampiamente riconosciuta come una forma d’arte legittima e rispettata, la sua coesistenza con le immagini generate dall’IA rappresenta semplicemente una nuova fase nell’evoluzione della rappresentazione visiva. Come avvenuto in passato nelle nostre società, il confronto e il conflitto tra queste forme d’arte offrono l’opportunità di esplorare nuovi territori creativi e di approfondire il concetto stesso di arte.
Come dimostra quanto descritto finora, sono l’apertura mentale e la capacità di adattamento di un individuo prima ancora che di un artista a poter portare a una più ampia comprensione e all’apprezzamento delle nuove modalità artistiche: queste capacità, infatti, sono essenziali per abbracciare le nuove forme di espressione artistica e per arricchire il panorama culturale e creativo.
Nella continua evoluzione concettuale e pratica dell’arte, è importante mantenere vive tanto la discussione quanto il confronto, accogliendo la diversità delle sue espressioni e celebrando il potere trasformativo dell’immaginazione umana, sia essa mediata dalla lente della macchina fotografica o generata attraverso algoritmi di Intelligenza Artificiale.
(NdR: salvo dove indicato diversamente, la copertina dell’articolo e le immagini presenti sono state create dall’autore del presente articolo con l’utilizzo dei software di creazione immagini IA di Img2Go)