Cinema

Ant-Man and the Wasp: Quantumania – L’alba di una nuova dinastia

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, il terzo atto della saga dei supereroi insetti diretta dal regista Peyton Reed, è da poco approdato nelle sale cinematografiche italiane ed è stato accolto da un vortice di opinioni contrastanti sia tra i critici quanto tra gli spettatori.

La pellicola, che apre la quinta fase narrativa dell’universo condiviso creato dai Marvel Studios, ha visto una netta spaccatura tra l’entusiasmo espresso dal pubblico generalista e l’indignazione sollevata da una nutrita schiera di appassionati, insoddisfatti dall’andamento qualitativo nonché “editoriale” del MCU con la chiusura della “Fase 4” (2021-2022) e il film Black Panther: Wakanda Forever di Ryan Coogler.

Ci siamo chiesti se l’operazione condotta a quattro mani da Peyton Reed e dal presidente della Marvel Kevin Feige abbia sortito gli effetti sperati, ma la risposta al dilemma ci ha portato in dote un ulteriore problema: Quantumania può rappresentare la speranza di una rinascita o la conferma di un declino irreversibile per l’universo Marvel?


Ant-Man e Wasp inaugurano la “Fase 5” dell’Universo Marvel

Come spiegato da Kevin Feige in occasione dell’ultimo San Diego Comic-Con (qui la nostra panoramica dell’evento), il Multiverso risulterà l’elemento cardine alla base della nuova macro-trama che andrà a intrecciare le vicende di tutti gli eroi e i villain dell’Universo Cinematografico Marvel, sulla falsa riga del precedente ciclo delle “Gemme dell’Infinito”, iniziato con Iron Man nel 2008 e culminato nel “kolossal” Avengers: Endgame del 2019.
I primi segni della sua importanza hanno già trovato riscontro in alcuni dei lavori tra serie televisive (la prima stagione di Loki di due anni fa) e cinema con film come Spider-Man: No Way Home (2021) e Doctor Strange nel Multiverso della Follia dello scorso anno.

A proseguire lo sviluppo narrativo in questa nuova fase è la terza avventura condotta dai supereroi più “piccoli” tra le fila degli Avengers. Dopo il successo dei primi due capitoli del 2015 e del 2
018, la saga dell’Uomo Formica e della sua compagna Vespa torna sotto la luce dei riflettori spostandosi all’interno del “Regno Quantico”, un universo dalle dimensioni inferiori a quelle delle particelle atomiche separato dal continuum dello spazio-tempo, nonché luogo di provenienza della prossima grande minaccia dell’universo Marvel, Kang il Conquistatore, interpretato da Jonathan Majors, talento emergente il cui personaggio aveva già “conquistato” l’apprezzamento degli spettatori sin dalla sua primissima apparizione nell’episodio finale di Loki.

Il panel del film “Ant-Man” al San Diego Comic-Con 2014. Presenti Kevin Feige, Peyton Reed e il cast della pellicola. Fonte:Neon Tommy/Flickr (CC BY-SA 2.0)

La trama

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, di Peyton Reed (USA, 2023)
Fonte: Marvel Studios/Facebook

Ambientata dopo gli eventi di Avengers: Endgame, la pellicola segna il ritorno dell’ex-delinquente Scott Lang/Ant-Man (Paul Rudd) e dell’affascinante Hope Van Dyne/Wasp (Evangeline Lily) con una storia che ruota attorno al tentativo di Scott di conciliare la propria vita da celebrità con il suo essere padre della figlia adolescente Cassie (Kathryn Newton).
In compagnia di Hope e dei suoi genitori scienziati, Janet Van Dyne e Hank Pym (Michelle Pfeiffer e Micheal Douglas), mette in atto un esperimento: l’invio di un segnale di comunicazione all’interno del Regno Quantico, tramite un dispositivo ideato dalla figlia. L’esito è catastrofico: la famiglia causa inavvertitamente l’apertura di un portale che la trasporta negli antri più remoti – e sub-atomici – del microverso. Spaesato e confuso, il gruppo entrerà in contatto con strane creature e misteriose civiltà, sullo sfondo di un mondo la cui esistenza oscilla tra lo spazio e il tempo ed è minacciata dalle sinistre intenzioni di Kang il Conquistatore, un essere spietato in grado di viaggiare tra le diverse realtà del Multiverso.
A Scott e Hope il compito di proteggere la propria famiglia in vista di un conflitto dalle proporzioni colossali, che può decretare la sorte dello stesso Regno Quantico (e non solo).


Kang alla conquista del Regno Quantico

Ant-Man and the Wasp: Quantumania è un buon film d’intrattenimento che ci prepara all’inizio della nuova saga dell’MCU pur mantenendo le stesse atmosfere leggere e umoristiche che avevano contraddistinto i precedenti capitoli dal resto della cinematografia Marvel. In questo caso, l’opera approfondisce ulteriormente l’assetto del Regno Quantico, andando a riprendere diversi elementi dalle più importanti mitologie basate sulla fantascienza (Guerre Stellari tra tutte) per la caratterizzazione del popolo che abita al suo interno.
La carta vincente della pellicola è però rappresentata dal Kang di Jonathan Majors che, proprio come nelle opere cartacee e grazie all’attore che lo interpreta, si rivela un antagonista in grado di sottomettere i propri avversari sia sul piano fisico che psicologico, grazie a uno straordinario intelletto e al possesso di una vasta gamma di armi futuristiche ad alta tecnologia che sopperiscono alla mancanza di super poteri.
Apprezzato anche l’eroe Ant-Man, che si riconferma uno dei personaggi sviluppati meglio nell’universo Marvel grazie all’ottima – e divertente – performance di Paul Rudd. Gradevoli inoltre le dinamiche tra i vari protagonisti, sia quella della famiglia Van Dyne che il rapporto padre-figlia tra Scott e Cassie Lang e proprio riguardo alla figlia di Ant-Man mi viene da dire che non mi sorprenderebbe ritrovarla al fianco di eroine quali Ms. Marvel, Ironheart e l’arciera “Occhio di Falco” Kate Bishop in un’eventuale formazione dei Giovani Vendicatori.

In merito al fortemente controverso personaggio di M.O.D.O.K. (Mechanic Organism Designed Only for Killing), “reincarnazione” dell’antagonista del primo Ant-Man ovvero il Calabrone (il cui ruolo è stato nuovamente affidato a Corey Stoll), è stato al centro di numerose discussioni in merito alla qualità della computer grafica impiegata per la sua realizzazione. La questione però non diventa un dramma nel momento in cui si viene a coscienza della natura – e della bruttezza – fisica che il personaggio possiede all’interno dei fumetti.

Ben curato il comparto tecnico dove a spiccare è soprattutto la fotografia curata da Bill Pope che le conferisce un mix di sfumature dai colori accesi che in parte richiamano l’impronta stilistica utilizzata da James Gunn per la saga dei Guardiani della Galassia.


Le mie considerazioni finali

Credo che Ant-Man and the Wasp: Quantumania rappresenti chiaramente un solido punto di partenza per la quinta fase dell’Universo Cinematografico Marvel. Grazie alla convinta regia di Peyton Reed e all’ottimo comparto tecnico, la pellicola regala una storia interessante scandita da un ritmo lineare con una buona dose d’intrattenimento.
Un film le cui fondamenta risiedono in una sapiente alternanza tra momenti di esplorazione presso ambientazioni visivamente impattanti e scene d’azione di carattere psichedelico.
Fondamentali infine (nonché visivamente superbe) le due sequenze alla fine dei titoli di coda perché forniscono un chiaro indizio sull’importanza che rivestiranno le innumerevoli varianti di Kang il Conquistatore nelle future produzioni targate Marvel, a partire dall’imminente seconda stagione di Loki fino alla quinta adunata dei Vendicatori attesa per il 2025, Avengers: The Kang Dinasty.


Cinque motivi per considerarlo…Promosso

La pellicola espande la mitologia del Regno Quantico

L’intero cast regala ottime interpretazioni

Il Kang di Jonathan Majors è un antagonista di grande impatto

Il comparto tecnico offre un risultato davvero sbalorditivo

Le scene dopo i titoli di coda lasceranno il segno sul futuro dell’Universo Cinematografico Marvel

Informazioni sull'autore

Nato a Roma nel 2005, è uno studente che frequenta il liceo classico tradizionale.
Noto tra gli amici semplicemente come “Ruggo”, all’età di sedici anni viene attirato dalla realtà del giornalismo e inizia a pubblicare articoli che interessano il settore dell’intrattenimento.

La sua passione per la recitazione e il doppiaggio lo spinge a iscriversi per un provino all’Accademia del Doppiaggio, dove viene selezionato tra i candidati più idonei alla partecipazione di un corso pluriennale.
Il suo sogno nel cassetto? Diventare un doppiatore professionista.

Avido lettore dei fumetti della Marvel e accanito divoratore di serie televisive, nutre un grande amore per il cinema e verso la Settima Arte non esistono confini di alcun tipo: si va dal cinema d’autore e quello indipendente fino ai prodotti più mainstream.

Tra le altre sue passioni, inoltre, adora i videogiochi e il potersi cimentare nei giochi da tavolo e in quelli di ruolo, oltre all’astronomia e – da ultima – la passione per la buona tavola.
Quest’ultima è stata alimentata nel corso degli anni grazie all’approccio alle culture culinarie di diversi paesi (dalla Spagna alla Grecia, passando per la cucina asiatica e quella dell’America Latina, senza dimenticare le prelibatezze regionali del nostro Paese).

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