Cinema

“Noi siamo Groot” – L’addio di James Gunn ai Guardiani della Galassia

Dopo l’uscita nelle sale di Ant-Man and the Wasp: Quantumania, la quinta fase dell’universo Marvel prosegue con Guardiani della Galassia Vol. 3, l’atto finale della trilogia diretta da James Gunn che combina umorismo, azione e musica a tutto volume e che ha visto un sostegno quasi unanime da parte dell’opinione pubblica fin dalle prime settimane di programmazione: al netto di alcune perplessità osservate dalla critica, si è da subito scatenata una vera e propria ondata d’entusiasmo da parte del pubblico generalista e degli appassionati del genere che a lungo hanno atteso l’uscita di questo film.
Sulla scia dell’interesse collettivo, ho voluto vedere in prima persona se l’ultimo capitolo della saga è stato in grado di ripagare le tante aspettative nate attorno a questo lavoro.
Per scoprirlo senza ulteriori indugi, però, è tempo di recarsi al cinema quindi
mano ai nostri walkman e…si parte!


La trama

“Guardiani della Galassia Vol. 3” di James Gunn (USA, 2023)
Fonte: Marvel Italia / Facebook

Dopo aver salvato l’universo da vari tentativi di distruzione, i Guardiani della Galassia si sono presi un periodo di pausa che trascorrono in una complessiva tranquillità sulla stazione spaziale di Knowhere.
Nel nuovo quartier generale dei Guardiani, il capitano Peter Quill/Star-Lord (Chris Pratt) attraversa un periodo difficile in seguito alla separazione dall’amata Gamora (Zoe Saldana) mentre il resto della squadra è impegnato all’interno della loro nuova casa.

Il periodo di calma viene però sconvolto dalla comparsa del guerriero spaziale Adam Warlock (Will Poulter) e dell’Alto Evoluzionario (Chukwudi Iwuji), un folle scienziato che conduce sadici esperimenti sulle creature animali, tra le quali lo stesso Rocket, il Guardiano procione doppiato in originale da Bradley Cooper.
Di fronte all’avanzata di una nuova minaccia dalle proporzioni galattiche, spetterà a Peter il compito di guidare i suoi compagni in una missione ad alto rischio dove tutto è messo a repentaglio.


I punti di forza: la storia e i personaggi

Come avvenuto in modo ricorrente nei precedenti lavori diretti da James Gunn, Guardiani della Galassia Vol. 3 è un film caratterizzato da un umorismo “lontano anni luce” dai tipici toni family-friendly della cinematografia Marvel in favore di una veste decisamente più dissacrante.

La novità che arricchisce il capitolo finale di questa saga è però la presenza di una netta componente drammatica ricca di pathos che – con buona pace di Groot – “affonda le proprie radici” nelle origini di Rocket.
Una scelta narrativa che va a toccare temi importanti come ad esempio la sperimentazione sugli animali, un punto quest’ultimo che avvolge buona parte del racconto cinematografico della pellicola, come in alcune sequenze dal fortissimo impatto emotivo (nota a margine: mano ai fazzoletti per i più sensibili tra i lettori).

Grandissimo anche il ritorno di Chris Pratt nei panni di Peter Quill: la performance dell’attore è stata davvero soddisfacente e ha inciso nella caratterizzazione del suo personaggio: in questa nuova avventura, infatti, il nostro protagonista è posto di fronte a una duplice sfida dal punto di vista emotivo, per via del ricongiungimento con la sua vecchia fiamma Gamora, ma anche per il viaggio interiore verso l’accettazione del proprio retaggio terrestre.
Sebbene abbia apprezzato la netta sintonia tra Pratt e Zoe Saldana, sono rimasto ancora più colpito dall’interpretazione di Karen Gillan nel ruolo di Nebula, che finalmente recide il legame con il passato (e con il padre Thanos) e diventa una figura di riferimento per il gruppo e l’intera comunità di Knowhere.

Nel film trovano spazio anche alcune dinamiche improntate sulla commedia, come nel caso dei “siparietti” tra Drax il Distruttore (Dave Bautista) e Mantis (Pom Klementieff), ma anche la rivalità che vede contrapposto il pirata Kraglin (Sean Gunn) al cane telepate Cosmo (Maria Bakalova).

Menzione di riguardo poi per l’attore anglo-nigeriano Chukwudi Iwuji, che dona grande potenza a un antagonista dai tratti alquanto atipici nel MCU quale l’Alto Evoluzionario: visionario e crudele allo stesso tempo mentre decide di compiere esperimenti sugli esseri viventi, il personaggio interpretato da Iwuji non aspira infatti alla dominazione dell’universo, ma alla creazione di una specie priva di imperfezioni, sul piano fisico e psicologico, che costituisca il nucleo di una società ideale.
Date queste premesse, l’attore si immedesima in un villain davvero temibile e carismatico, in grado di suscitare sentimenti alquanto conflittuali nello spettatore: l’odio per la gravità delle sue azioni causate dal delirio di onnipotenza, ma anche – strano a dirsi – un certo rispetto per la sua dedizione assoluta nello spingersi oltre ogni limite pur di conseguire la perfezione.

Ciò che invece potrebbe far storcere il naso dei più appassionati è la gestione di Adam Warlock, una figura di rilevo nella cosmologia dell’universo Marvel che in questa pellicola viene però fortemente limitata e ridotta a un personaggio dall’indole fanciullesca, quasi macchiettistica.


Esplosioni a ritmo di musica

Ulteriori punti a favore della pellicola sono la colonna sonora di Tyler Bates e l’ampio assortimento di canzoni a metà tra gli anni Ottanta e l’attualità, che esaltano i momenti più significativi e avvincenti della storia.
Tra le proposte degne di menzione, i brani
In the Meantime del gruppo rock Spacehog e Dog Days Are Over dei Florence and the Machine, mentre la ciliegina sulla torta è il ritorno (apprezzatissimo) di Come and Get Your Love, il grande brano dei Redbone già presente nel primo film della saga del 2014.

Ben curati, infine, gli effetti visivi (davvero pregevole il lavoro della CGI per la realizzazione di Rocket e dei suoi amici animali) e i costumi, dove a spiccare sono proprio le divise indossate dal gruppo nelle loro avventure cartacee (una curiosità: durante una scena, il vestiario della squadra richiama fortemente quello dei protagonisti del capolavoro di Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello Spazio).


Le mie considerazioni finali

Guardiani della Galassia Vol. 3 rappresenta, senza mezzi termini da parte mia, il nuovo apice raggiunto dal MCU in tutta la sua storia (al punto di superare nettamente il precedente primato di Avengers: Endgame).
Un lavoro trionfale che al contempo celebra una conclusione più che soddisfacente per il ciclo messo in piedi dal regista che lo ha portato al successo. Grazie alla buona costruzione dei personaggi e a una storia a tratti travolgente, il film riesce a catapultare lo spettatore in un’avventura colma di azione e divertimento, tenendolo incollato allo schermo per tutta la sua durata (circa due ore e mezza) e congedandolo con un finale maestoso e il desiderio di ballare senza alcun freno.

Sebbene le sequenze alla fine dei titoli di coda aprano le porte al possibile ritorno di alcuni membri della squadra nel futuro della Marvel (illeggendario” Star-Lord tra tutti), definirei alquanto improbabile l’arrivo di un quarto film della saga, complice anche l’ingresso di James Gunn alla direzione dei DC Studios targati Warner Bros.

Ciò che è certo è che le gesta dei Guardiani della Galassia, anche se al momento noi tutti ignoriamo le circostanze in cui li ritroveremo, rimarranno impresse non soltanto nel nostro immaginario ma anche nei nostri cuori.

La sala durante la proiezione del film (si ringrazia Federico Caruso p.g.c.)

Cinque motivi per considerarlo…Promosso

– L’ultima avventura della saga bilancia sapientemente momenti comici a scene strappalacrime

– Ottima performance del cast, i personaggi sono stati resi in modo davvero convincente

– Chukwudi Iwuji è un antagonista di prim’ordine

– La combinazione tra colonna sonora e canzoni scelte è al limite della perfezione e eleva la qualità del film

– Il comparto tecnico? Semplicemente “spaziale” !

Informazioni sull'autore

Nato a Roma nel 2005, è uno studente che frequenta il liceo classico tradizionale.
Noto tra gli amici semplicemente come “Ruggo”, all’età di sedici anni viene attirato dalla realtà del giornalismo e inizia a pubblicare articoli che interessano il settore dell’intrattenimento.

La sua passione per la recitazione e il doppiaggio lo spinge a iscriversi per un provino all’Accademia del Doppiaggio, dove viene selezionato tra i candidati più idonei alla partecipazione di un corso pluriennale.
Il suo sogno nel cassetto? Diventare un doppiatore professionista.

Avido lettore dei fumetti della Marvel e accanito divoratore di serie televisive, nutre un grande amore per il cinema e verso la Settima Arte non esistono confini di alcun tipo: si va dal cinema d’autore e quello indipendente fino ai prodotti più mainstream.

Tra le altre sue passioni, inoltre, adora i videogiochi e il potersi cimentare nei giochi da tavolo e in quelli di ruolo, oltre all’astronomia e – da ultima – la passione per la buona tavola.
Quest’ultima è stata alimentata nel corso degli anni grazie all’approccio alle culture culinarie di diversi paesi (dalla Spagna alla Grecia, passando per la cucina asiatica e quella dell’America Latina, senza dimenticare le prelibatezze regionali del nostro Paese).

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